Si complica la vicenda dei documenti riservati trovati nella disponibilità di Joe Biden, che avrebbe dovuto consegnare agli Archivi nazionali una volta finito il suo mandato di vice del presidente Obama. Una nuova serie di documenti governativi classificati sono stati trovati dai collaboratori di Biden, in un clima di crescente imbarazzo politico per la Casa Bianca. Un primo blocco di documenti era stato trovato – e subito consegnato agli Archivi – in un ufficio che Biden aveva utilizzato da professore onorario di un ateneo a Washington. Questione ora al vaglio del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Ieri è giunta la notizia di un ulteriore ritrovamento, dopo i primi dieci. Secondo quanto riferito, tali documenti includono promemoria dell’intelligence statunitense e materiali informativi relativi a Ucraina, Iran e Regno Unito. Si riferiscono al suo periodo come vicepresidente sotto il presidente Barack Obama, ma non è chiaro il motivo per cui si trovavano in un ufficio privato che ha iniziato a usare dopo. In base alle leggi vigenti, l’accesso ai documenti classificati è consentito solo a chi ha una speciale autorizzazione ed è regolato per la loro conservazione e archiviazione. Quando finisce un mandato, i componenti dell’amministrazione uscente devono consegnare i documenti agli archivi nazionali.
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