Il Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite, a forte maggioranza, ha chiesto al regime afghano di revocare immediatamente tutte le restrizioni “oppressive” su ragazze e donne, compreso l’ultimo divieto alle donne di lavorare per organizzazioni umanitarie che sta esacerbando la già critica crisi umanitaria nel Paese. Nella dichiarazione, approvata da 11 dei 15 membri del consigli, si afferma che le operatrici umanitarie sono cruciali per affrontare la preoccupante situazione umanitaria dell’Afghanistan perché forniscono “un sostegno vitale essenziale a donne e ragazze” che gli uomini non possono raggiungere. Ha ribadito la richiesta del consiglio di “accesso senza ostacoli per gli attori umanitari indipendentemente dal genere”. L’ambasciatore giapponese Kimihiro Ishikane, presidente di turno del Consiglio di sicurezza, ha illustrato il contenuto della mozione, avendo accanto i rappresentati dei Paesi firmatari. Albania, Brasile, Ecuador, Francia, Gabon, Malta, Svizzera, Gran Bretagna, Stati Uniti e Emirati Arabi Uniti. Le quattro nazioni del consiglio che non hanno sostenuto la dichiarazione sono state Russia, Cina, Ghana e Mozambico. Gli 11 membri del consiglio hanno anche sollecitato l’immediata revoca del divieto imposto dai talebani alle ragazze di frequentare la scuola secondaria e l’università, nonché le restrizioni ai diritti umani e alle libertà delle donne. David Miliband, amministratore delegato dell’International Rescue Committee, un gruppo che opera in Afghanistan dal 1988, ha affermato che l’anno scorso i suoi 8.000 dipendenti, di cui 3.000 donne, hanno servito 5,3 milioni di afghani in tutto il Paese, tra cui 2,7 milioni di donne e ragazze. Ma il gruppo è stato costretto a sospendere la maggior parte delle operazioni a causa del decreto che vieta il lavoro al personale femminile delle ong, ha detto Miliband . L’International Rescue Committee ha dichiarato ieri che all’inizio di questa settimana “il Ministero della sanità pubblica ha offerto assicurazioni che il personale sanitario femminile e coloro che lavorano in ruoli di supporto d’ufficio possono riprendere a lavorare”. Sulla base di questa chiarezza, l’IRC ha affermato di aver riavviato i servizi sanitari e nutrizionali in quattro province.