La crescita economica della Cina nel 2022 è scesa al secondo livello più basso in almeno quattro decenni lo scorso. La causa principale è stata, per giudizio generale, la dura politica anti-virus decisa dalle autorità centrali e le gravissime difficoltà del settore immobiliare. Ma, dopo la fine delle restrizioni anti-pandemiche, l’attività produttiva si sta riprendendo. Secondo i dati ufficializzati oggi da Pechino, lo scorso anno la seconda economia del mondo è cresciuta del 3%, meno della metà del tasso dell’8,1% dell’anno precedente. Si tratta del secondo tasso annuo più basso almeno dagli anni ’70 dopo il 2020, quando la crescita è scesa al 2,4% all’inizio della pandemia di coronavirus . La crescita economica è scesa al 2,9% rispetto a un anno prima dell’ultimo trimestre dal 3,9% di quello precedente, come ha riferito l’Ufficio nazionale di Statistica. La spesa dei consumatori ha iniziato a riprendersi, ma era ancora debole a dicembre dopo che il Partito Comunista ha interrotto bruscamente i suoi controlli “zero-COVID”. Come certificato dalle serie economica, la ”macchina” cinese è in declino dopo aver raggiunto un picco del 14,2% nel 2007. Per gli economisti a pesare solo l’invecchiamento della popolazione e la riduzione della forza lavoro. A questi fattori demografici si aggiungono i crescenti limiti all’accesso cinese alla tecnologia occidentale a causa di problemi di sicurezza. Il quadro che i dati resi noti oggi dagli esperti dell’Ufficio nazionale di Statistica riferiscono di una popolazione cinese in età lavorativa con persone dai 16 ai 59 anni che è diminuita di circa il 5% dal picco del 2011 a 876,6 milioni l’anno scorso, sulla base dei dati ufficiali rilasciati martedì. Il gruppo in età lavorativa come quota della popolazione di 1,4 miliardi è sceso al 62% dal 70% di dieci anni fa. Il Fondo monetario internazionale e gli analisti del settore privato prevedono una crescita economica non superiore a circa il 4% per il resto del decennio. A dicembre, le vendite al dettaglio sono diminuite dell’1,8% rispetto all’anno precedente, ma si tratta di un miglioramento rispetto alla contrazione del 5,9% del mese precedente. I consumatori diffidenti stanno tornando solo gradualmente nei centri commerciali e nei ristoranti a causa di un’ondata di infezioni da COVID-19 che ha inondato gli ospedali di pazienti. Gli investimenti in fabbriche, immobili e altre immobilizzazioni a dicembre sono rimbalzati a una crescita dello 0,5% rispetto al mese precedente dopo la contrazione dello 0,5% di novembre. Si prevede che la crescita migliorerà quest’anno a un livello ancora modesto di circa il 5%. Gli economisti sottolineano la debolezza del settore immobiliare, importante motore economico, e il rallentamento delle esportazioni. La produzione industriale nel 2022 è aumentata del 3,6% rispetto all’anno precedente, suggerendo che l’attività è crollata dopo aver raggiunto il 4,8% nel terzo trimestre dell’anno, poiché la domanda statunitense ed europea di beni cinesi si è indebolita sotto la pressione degli aumenti dei tassi di interesse per raffreddare l’inflazione da record.