L’autorità irlandese per la protezione dei dati personali ha multato WhatsApp per aver violato le rigide regole dell’Unione Europea sulla privacy, costringendo gli utenti ad acconsentire all’utilizzo dei propri dati personali per fornire “miglioramenti e sicurezza del servizio”. L’Authority (è la Commissione per la protezione dei dati) ha emesso una sanzione di 5,5 milioni di euro per un caso che comunque ha messo in luce divisioni con le autorità di regolamentazione in altri Paesi dell’UE sulla regolamentazione della casa madre dell’app, Meta. Questo mese, con una decisione correlata, l’Authority irlandese ha sanzionato Meta con un totale di 390 milioni di dollari di multe per violazioni della privacy che coinvolgono Facebook e Instagram. Tutti e tre i casi risalgono a maggio 2018, quando sono entrate in vigore le severe normative sulla privacy dell’UE. La commissione irlandese, che, per quanto riguarda Meta (che ha la sua sede europea a Dublino) è il principale regolatore della privacy del colosso digitale, originariamente si era schierata con il colosso della Silicon Valley. Ma diversi altri organismi di vigilanza sulla protezione dei dati dell’UE si sono opposti alle sue bozze di decisione e l’organismo di vigilanza irlandese è stato costretto a ribaltarle e ad emettere punizioni più severe. Nella sua decisione finale sul caso WhatsApp, la commissione ha anche ordinato alla società di adeguare le sue operazioni di trattamento dei dati alle norme sulla privacy dell’UE entro sei mesi. WhatsApp ha dichiarato di non essere d’accordo con la decisione e prevede di presentare ricorso. “Crediamo fermamente che il modo in cui opera il servizio sia tecnicamente e legalmente conforme”, si legge in una nota.
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