”E’ ora”: così, con semplicità, il primo ministro neozelandese Jacinda Ardern ha annunciato, nel corso di una conferenza stampa, svoltasi oggi al War Memorial Center di Napier e caratterizzata da una grande emozione, che si dimetterà e, soprattutto, che non cercherà una rielezione alla scadenza del suo mandato, entro il 7 febbraio. Parlando della pandemia e di altri eventi drammatici, Ardern ha detto che per lei ”questi sono stati i 5 anni e mezzo più appaganti della mia vita, ma hanno anche avuto le loro sfide”. La sincerità che ha caratterizzato le parole del primo ministro è stata spiazzante, come quando ha detto :”ma non me ne vado perché è stato difficile. Me ne vado perché con un tale privilegio arriva la responsabilità: la responsabilità di sapere quando sei la persona giusta da guidare e anche quando non lo sei”. Jacinda Ardern, 42 anni, laburista, ha confessato di avere sperato di avere trovato un modo per prepararsi per un altro mandato durante l’estate, per ricaricare le batterie. “So cosa richiede questo lavoro e so che non ho più abbastanza risorse per rendergli giustizia. Semplice”. Rispondendo in anticipo a chi si dovesse chiedere quali siano le ”vere ragioni” della sua decisione, il primo ministro ha detto: “Io sono umana, i politici sono umani. Diamo tutto ciò che possiamo il più a lungo possibile. E poi è il momento. E per me, è il momento.” Ardern ha delineato i prossimi passi per il suo partito laburista, che già domenica designerà un nuovo leader che, se otterrà più dei due terzi di voti del caucus, la porteranno alle dimissioni immediate dalla carica di primo ministro per cedere il passo al suo successore, che in Nuova Zelanda viene espresso dal partito di maggioranza. Ardern ha detto che intende rimanere un membro del parlamento neozelandese fino ad aprile per aiutare il partito laburista a “navigare in questa fase”. Jacinda Ardern è diventata la più giovane primo ministro donna della Nuova Zelanda quando ha prestato giuramento nel 2017 all’età di 37 anni. Tra i risultati che ha conseguito nel coso del suo mandato ha ricordato “gli aumenti più significativi del welfare e del patrimonio immobiliare statale che abbiamo visto in molti decenni”, oltre a fissare obiettivi ambiziosi sul cambiamento climatico e fare progressi su “questioni relative alla nostra identità nazionale”. “Credo che insegnare la storia nelle scuole e celebrare la nostra festa nazionale indigena farà la differenza negli anni a venire”, ha detto. Ardern non sa cosa l’aspetti, anche se non vede l’ora di passare del tempo con la sua famiglia – il compagno Clarke Gayford e la figlia di quattro anni -, che, ha aggiunto, è stata quella che ha affrontato i sacrifici maggiori.
Jacinda Ardern ha chiuso il su discorso ringraziando i neozelandesi per l’opportunità che le hanno dato di ricoprire “il ruolo più importante della mia vita. Spero in cambio di lasciarmi alle spalle la convinzione che puoi essere gentile ma forte, empatico ma deciso, ottimista ma concentrato. Che puoi essere il tuo tipo di leader, uno che sa quando è il momento di andare.”


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