Le autorità peruviane hanno chiuso a tempo indeterminato le famose rovine di Machu Picchu, a conferma dell’ulteriore peggioramento della situazione dell’ordine pubblico per la violente proteste antigovernative che, da settimane, infiammano il Paese gettandolo nel caos. In una nota del ministero della Cultura si afferma che la chiusura dell’attrazione turistica più famosa del Paese e del ”Cammino Inca” è stata decisa “per proteggere la sicurezza dei turisti e della popolazione in generale”. La misura è arrivata quando a Machu Picchu c’erano 417 visitatori (oltre 300 dei quali stranieri), rimasti bloccati nella località. Machu Picchu è una cittadella inca che risale al XV secolo . Il servizio ferroviario per Machu Picchu è stato chiuso da giovedì a causa di danni ai binari. Alcuni turisti bloccati hanno scelto di partire a piedi fino a Piscacucho, il villaggio più vicino, ma questo comporta una camminata di sei, sette ore o più e solo in pochi sono in grado di affrontarla. Migliaia di manifestanti (molti dei quali arrivati nella capitale da remoti distretti andini) hanno sfilato a Lima, reclamando le dimissioni del presidente Dina Boluarte, eletta dopo la destituzione di Pedro Castillo, accusato di un tentativo di golpe con lo scioglimento del Parlamento. I manifestanti chiedono quindi l’indizione immediata di nuove elezioni generali. Ieri la polizia ha fatto irruzione nella più importante università pubblica del Perù a Lima, quella di San Marcos, per sgomberarla dai manifestanti che si erano accampati nel campus. Le proteste, cominciate nel sud del Paese, si sono via via allargate ad altre zone del Perù. Secondo l’ultimo bilancio, peraltro ritenuto da molti come parziale, parla di 55 persone sono morte nei disordini. L’ultima vittima – un manifestante – è rimasta uccisa venerdì notte durante scontri con la polizia a Puno. La Commissione interamericana per i diritti umani ha espresso “preoccupazione per l’incursione della polizia, gli sgomberi e le massicce detenzioni” all’università e ha esortato lo stato a “garantire l’integrità e il giusto processo di tutte le persone”. L’università ha rilasciato un comunicato stampa affermando che il raid della polizia è avvenuto dopo che i manifestanti hanno “aggredito” il personale di sicurezza.