La perquisizione fatta durante tutta la giornata di venerdì da funzionari del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti nella casa del presidente Joe Biden nel Delaware ha portato alla scoperta di altri documenti contenenti informazioni riservate. A renderlo noto sono stati gli avvocati del presidente. Alcuni dei documenti scoperti risalgono al periodo in cui Biden era senatore, altri a quando era vicepresidente di Obama. La ricerca è durata circa 12 ore, iniziando alle 9:45 e terminando intorno alle 22:30, secondo l’avvocato personale di Biden, Bob Bauer, che, in una nota, ha precisato che ”il Dipartimento di Giustizia aveva pieno accesso alla casa del presidente, inclusi appunti scritti a mano personalmente, file, documenti, raccoglitori, cimeli, elenchi di cose da fare, programmi e promemoria che risalgono a decenni fa”. Il consigliere della Casa Bianca, Richard Sauer, in un’altra dichiarazione, ha detto che è stata data al Dipartimento di Giustizia la possibilità di ”un rapido accesso alla casa” per consentire di ”condurre una perquisizione dell’intero edificio”. Sauber ha aggiunto che né Biden né la first lady Jill Biden erano nella residenza quando è avvenuta la perquisizione. “Gli avvocati del presidente e l’ufficio del consiglio della Casa Bianca continueranno a collaborare con il Dipartimento di Giustizia e il consigliere speciale per contribuire a garantire che questo processo sia condotto in modo rapido ed efficiente”, ha affermato Sauber.
Biden ha commentato la questione giovedì durante un viaggio in California, dicendo ai giornalisti: “Abbiamo trovato una manciata di documenti… sono stati archiviati nel posto sbagliato, li abbiamo immediatamente consegnati agli Archivi Nazionali e al Dipartimento di Giustizia. Stiamo collaborando pienamente e non vediamo l’ora di risolvere rapidamente questo problema”. ”Sto seguendo – ha aggiunto – quello che gli avvocati mi hanno detto che vogliono che io faccia. È esattamente quello che stiamo facendo”.
