Nove palestinesi sono rimasti uccisi durante un raid militare israeliano a Jenin, nella Cisgiordania occupata. Lo riferiscono fonti palestinesi, definendo l’operazione come la più sanguinosa da anni. Da parte sua, l’esercito di Israele ha detto che le sue truppe sono entrate in Cisgiordania per arrestate dei militanti della Jihad islamica sospettati di pianificare “grandi attacchi”.
La presidenza palestinese ha accusato Israele di un “massacro” a Jenin, teatro di ripetuti raid negli ultimi mesi. Le incursioni fanno parte di quella che l’esercito israeliano descrive come un’offensiva antiterrorismo iniziata lo scorso aprile.
Alcuni video, girati questa mattina, mostra scontri tra soldati israeliani e militanti palestinesi, mentre si avvertiva il rumore di spari ed esplosioni. Fonti palestinesi (che hanno identificato tre delle persone rimaste uccise, tra le quali la sessantenne Magda Obaid) riferiscono di una ventina di feriti, quattro dei quali in modo grave.
L’esercito israeliano ha affermato che le sue truppe sono entrate a Jenin per arrestare una “squadra terroristica” della Jihad islamica, accusata di essere “fortemente coinvolta nella pianificazione e nell’esecuzione di numerosi e importanti attacchi terroristici contro civili e soldati israeliani”. Ha detto che le forze hanno circondato un edificio e che tre sospetti armati sono stati “neutralizzati”, mentre un quarto sospetto si è arreso. I militari hanno detto che le truppe sono state colpite da altri uomini armati palestinesi e hanno risposto al fuoco, colpendo obiettivi. Ha aggiunto che stava esaminando “affermazioni riguardanti ulteriori vittime”.
La Jihad islamica e Hamas hanno affermato che i loro militanti avevano preso di mira le truppe con colpi di arma da fuoco e ordigni esplosivi improvvisati.
L’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa ha riferito che sette giovani sono stati colpiti e feriti mentre tentavano di impedire alle forze israeliane di entrare a Jenin.
Il ministro della Sanità palestinese Mai al-Kaila ha affermato che le ambulanze della Mezzaluna Rossa palestinese inizialmente non sono state in grado di raggiungere i feriti perché le truppe israeliane hanno limitato l’accesso alla scena. Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale in risposta a quello che il suo portavoce ha definito un “massacro” avvenuto “nel silenzio internazionale”.