Con oltre 137.000 di richieste di riconoscimento dello status presentate nel 2022, le domande di asilo in Francia si sono avvicinate al livello senza precedenti del 2019 (138.420), con un aumento del 31,3% rispetto al 2021, secondo le statistiche provvisorie rese note dal Ministero dell’Interno. Nella loro totalità, i casi (compresi riesami, minori, procedure Dublino) superano addirittura il picco pre-pandemia, con 156.103 richieste nel 2022, rispetto alle 151.283 del 2019. Nello stesso periodo, le espulsioni sono aumentate del 15%, per un totale di 15.396. Questo aumento, ha scritto su Twitter il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, è legato alla ”priorità (…) data agli stranieri delinquenti: 3.615 stranieri delinquenti sono stati espulsi nel 2022, contro i 1.834 del 2021, il doppio”.
Le regolarizzazioni sono aumentate dell’8%, con 34.029 ”ammissioni straordinarie per soggiorno” nel 2022. A determinare l’aumento sono state le regolarizzazioni di lavoratori dipendenti in situazione irregolare, + 29,1%. Il 2022 è stato segnato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha causato l’esodo di diversi milioni di persone. Più di 65.000 esuli ucraini, minori esclusi, erano registrati sul suolo francese alla fine del 2022, il 75% dei quali donne, secondo i dati provvisori comunicati dal ministero dell’Interno. La maggior parte degli arrivi dall’Ucraina è stata registrata prima dell’inizio del conflitto o nelle prime settimane dell’invasione russa, con 50.000 protezione temporanea concessa fino ad aprile. I dati sull’immigrazione dovrebbero servire da base per le discussioni tra maggioranza e opposizione sul disegno di legge sull’immigrazione proposto del governo, che dovrà essere presentato al Consiglio dei ministri il primo febbraio. Secondo le anticipazioni che già circolano sul contenuto del Ddl, il testo vuole facilitare l’espulsione degli stranieri che vengono reputati una minaccia per l’ordine pubblico, in particolare attraverso una riforma “strutturale” dell’asilo e del contenzioso per gli stranieri. Prevede inoltre di favorire l’integrazione attraverso la lingua e il lavoro, con l’istituzione di un permesso di soggiorno dedicato alle professioni che hanno difficoltà a reclutare.