Una fabbrica di armi nella città iraniana di Isfahan è stata obiettivo, nelle ore scorse, di un attacco compiuto con l’utilizzo di droni, che hanno provocato danni all’impianto. A renderlo noto è stato il Ministero della Difesa di Teheran che non ha formulato alcuna ipotesi su chi abbia condotto l’attacco, accaduto quasi contemporaneamente all’incendio di una raffineria, nel nord ovest del Paese, e ad un terremoto che ha causato la morte di due persone. I dettagli sull’attacco di Isfahan, avvenuto intorno alle 23:30 di sabato, sono stati dati dal Ministero della Difesa, che parla di tre droni lanciati nella struttura, due dei quali abbattuti. Un terzo velivolo armato apparentemente è riuscito a colpire l’edificio, causando “lievi danni” al tetto e senza ferire nessuno, ha detto il Ministero in una nota. Press Tv, il ramo della televisione di Stato che trasmette in inglese, ha messo in onda un video in cui si vede un drone cadere su una strada molto trafficata, probabilmente abbattuto dalla contraerea. L’ipotesi che viene formulata in queste ore dagli analisti è che il sito preso di mira sia, come molti altri, della Difesa e per fini nucleari, circondato da strutture civili, commerciali o residenziali. Il ministero della Difesa ha definito il sito solo un “laboratorio”, senza approfondire ciò che in esso si realizza. Isfahan, a circa 350 chilometri a sud di Teheran, ospita una grande base aerea e un centro di ricerca e produzione di combustibile nucleare. Nello scorso luglio, l’intelligence iraniana affermò di avere sventato un piano che aveva come obiettivo siti sensibili intorno a Isfahan. La TV di Stato iraniana ha poi reso noto che è scoppiato, per cause non accertate, un incendio in una raffineria di petrolio in una zona industriale vicino alla città nordoccidentale di Tabriz. La TV di Stato ha anche affermato che il terremoto di magnitudo 5,9 ha ucciso due persone e ne ha ferite altre 664 nelle aree rurali della provincia dell’Azerbaigian occidentale, danneggiando edifici in molti villaggi.