Il Regno Unito oggi potrebbe vivere una giornata a suo modo storica, con i sindacati che hanno indetto lo sciopero di molte categorie, essenziali per la vita del Paese: insegnanti delle scuole pubbliche, ferrovieri, dipendenti pubblici, docenti universitari. Si tratta di una giornata di sciopero – la prima in dodici anni – che coinvolge centinaia di migliaia di lavoratori che, incrociandole braccia e scendendo in strada, protestano contro una crisi economica alimentata dall’inflazione alla quale il Governo non riesce a opporre una strategia efficace. Per tutte, valga l’affermazione della federazione sindacale TUC che, alla vigilia del centesimo giorno del governo conservatore di Rishi Sunak, promette per oggi ”la più grande giornata di scioperi dal 2011”. I disagi saranno forti sia nei trasporti che nelle scuole, ma colpiranno tutta l’economia, con un effetto domino che si abbatterà su gran parte degli inglesi, anche quelli che scioperano, costretti a restare a casa per accudire i propri figli o per l’impossibilità di recarsi sul posto di lavoro. Anche i viaggiatori che transitano negli aeroporti britannici rischiano disagi per uno sciopero dei servizi di immigrazione. Una situazione che lo stesso primo ministro Sunak definisce difficile, per la cui soluzione, ha detto, occorrerebbe la bacchetta magica per trovare come pagare di più tutti. Incontrando alcuni operatori del settore sanitario, che intendono continuare le loro azioni di protesta anche nei prossimi giorni, il primo ministro ha detto che, secondo lui, gli aumenti salariali alimenterebbero l’inflazione e deteriorerebbero le finanze pubbliche, che sono già peggiorate dopo la pandemia e la crisi energetica. Per oggi circa 23.000 scuole subiranno interruzioni nella loro attività nel primo dei sette scioperi pianificati dal sindacato degli insegnanti NEU. Per massimizzare l’impatto del loro movimento, i rappresentanti degli insegnanti hanno ritenuto che fosse “del tutto appropriato” che insegnanti o insegnanti non rivelassero in anticipo le loro intenzioni ai dirigenti degli istituti”. Gli scioperanti dei vari settori chiedono aumenti per compensare l’inflazione, che ha raggiunto il 10,5%. Secondo le ultime previsioni del FMI, il Regno Unito sarà l’unica grande potenza economica a subire una recessione nel 2023, con una contrazione dello 0,6% del proprio PIL. La situazione di stallo riguarda anche le condizioni di lavoro, le pensioni o i piani del governo per limitare il diritto di sciopero. Nel solo mese di novembre l’Ufficio nazionale di statistica ha contato 467.000 giornate lavorative perse per vertenze di lavoro, un dato senza precedenti dal 2011. All’epoca erano state contate quasi un milione di giornate di sciopero. Da giugno 2022 sono state “perse” 1,6 milioni di giornate lavorative . I vigili del fuoco, per la prima volta in vent’anni, hanno deciso di scioperare.