Ucraina: sanzioni, verso una nuova stretta dell’export petrolifero russo

L’Unione europea (UE), insieme ai Paesi del G7 e all’Australia, si prepara,  oggi, a lanciare la seconda parte del suo piano di sanzioni contro Mosca, vietando l’importazione di prodotti petroliferi russi raffinati, principalmente gasolio, ma anche cherosene, gasolio da riscaldamento e olio combustibile.  Questa misura è particolarmente delicata, in quanto l’Europa  è fortemente dipendente dalla Russia per questi prodotti, e in particolare il diesel. Nonostante il forte calo delle importazioni nell’ultimo anno, il gasolio russo rappresenta ancora un quarto delle importazioni di questo carburante in Europa. Ogni giorno l’UE consuma circa 6,4 milioni di barili di gasolio, mentre le sue raffinerie ne producono solo 5 milioni. L’equilibrio, tra richiesta e offerta,  è possibile grazie alle importazioni, di cui circa 700.000 barili provengono dalla Russia. Il resto del fabbisogno è coperto dagli Stati del Golfo, dagli Stati Uniti e dall’India. Parallelamente all’embargo, i Ventisette hanno deciso di fissare un prezzo massimo per questi prodotti russi, come avevano già fatto, a 60 dollari (circa 56 euro) al barile, per il greggio russo. Per i carburanti “premium” (gasolio, cherosene, ecc.), il prezzo non può superare i 100 dollari al barile. Per i prodotti più semplici, come l’olio combustibile, il limite sarà di 45 dollari, “per pesare sulle entrate della Russia, pur mantenendo un mercato globale fluido per questi prodotti” , precisa un diplomatico europeo. Concretamente, i Paesi occidentali vietano ai fornitori di servizi (trasporti, assicurazioni, ecc.) di trasportare questi prodotti russi oltre il prezzo stabilito. Gli Stati che si trovano sul fronte pro-Ucraina, stanno agendo con diversi profili. I Paesi baltici e la Polonia stavano infatti facendo una campagna per abbassare ulteriormente il tetto sui prodotti grezzi e raffinati al fine di ridurre ulteriormente le entrate russe.
A metà marzo , precisa una fonte, ”dopo un’analisi complessiva del meccanismo in atto, si deciderà per sapere se è necessario modificare il livello del tetto dei prezzi”. Secondo la Russia, invece, questa decisione “squilibra ulteriormente i mercati energetici internazionali” , ha avvertito venerdì il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov, assicurando che Mosca “sta prendendo misure per proteggere i suoi interessi” .

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