I deputati europei Andrea Cozzolino, italiano (del Pd), e Marc Tarabella, belga, sono stati arrestati nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta rete di influenze sull’Europarlamento, ormai nota come Qatargate. Il primo ad essere arrestato è stato Tarabella, bloccato in Belgio. Quando gli agenti si sono recati nell’abitazione di Cozzolino, a Bruxelles, non hanno trovato l’esponente del Partito democratico, che non è stato nemmeno rintracciato nella sua casa di Napoli, dove erano andati a cercarlo uomini della Guardia di Finanza, cui è stato riferito che l’uomo politico era ricoverato in una clinica napoletana. Non appena è stato dimesso, a lui è stato notificato il provvedimento emesso dalle autorità belghe, quindi dichiarato in arresto e portato nel carcere napoletano di Poggioreale. Per Cozzolino (che è stato presidente della delegazione per le relazioni con i paesi del Maghreb e le commissioni parlamentari miste Ue-Marocco dell’Eurocamera) l’accusa principale è quella di avere ricevuto, in cambio di pressioni in Europarlamento per aiutare il Regno maghrebino, denaro e regali direttamente da Abderrahim Atmoun, l’ambasciatore del Marocco in Polonia. Alla base dei provvedimenti nei confronti di Cozzolino e Tarabella dovrebbero esserci soprattutto le ammissioni del presunto regista della rete di influenze, Antonio Panzeri (che collabora con la magistratura belga in cambio di una diminuzione di pena), e dell’assistente parlamentare Francesco Giorgi. Nei confronti di Tarabella gli investigatori belgi hanno eseguito perquisizioni, anche per una cassetta di sicurezza che l’eurodeputato ha in una banca di Liegi e negli uffici del sindaco della cittadina di Anthisnes, carica che l’esponente socialista detiene dal 1994. Le indagini degli inquirenti belgi potrebbero allargarsi ulteriormente, per definire meglio la rete di influenze che, secondo le accuse, era stata rese dentro il Parlamento europeo per favorire l’immagine di alcuni Stati (Qatar e Marocco) e e quindi ottenere politiche più favorevoli.