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Superbonus: dal governo nessuna modifica ma pronti all’ascolto.

Nulla di fatto dal Governo. Occorre fare presto e trovare una via di uscita. “Nessuna modifica al dl” che blocca...

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Nulla di fatto dal Governo. Occorre fare presto e trovare una via di uscita.

“Nessuna modifica al dl” che blocca cessioni e sconti in fattura dei bonus edilizi, superbonus in testa, ma emerge solo la volontà di “ascoltare” i soggetti finanziari e le categorie imprenditoriali coinvolte.

Così fonti di governo sugli incontri oggi a Palazzo Chigi sui crediti d’imposta cancellati dal governo nel decreto varato giovedì scorso per evitare ripercussioni pericolose sui conti pubblici.

Altre fonti spiegano che la sostanza del dl non cambia ma i tecnici sono al lavoro per studiare delle formule che risolvano il problema dei crediti incagliati. Tra le ipotesi suggerite dagli interessati la cartolarizzazione o le compensazioni tramite i modelli F24 presentati in banca. Ai tavoli di oggi sono attesi Ance, Confedilizia, Cna e Confartigianato Confindustria, Confapi, Abi, Cdp e Sace, mentre per il governo dovrebbero partecipare il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, delle Imprese Adolfo Urso, dell’Ambiente Gilberto Pichetto. Previsti anche il viceministro al Mef Maurizio Leo e il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini.

I colloqui saranno la sede per ascoltare le esigenze delle imprese e le istanze delle banche ma eventuali decisioni arriveranno solo dopo il giudizio di Eurostat – atteso questa settimana – sull’annualità nella quale contabilizzare i crediti se nel 2022 o quest’anno. In quest’ultimo caso il margine di manovra del governo sarebbe strettissimo in quanto un onere maggiore sul disavanzo metterebbe a rischio il rinnovo delle misure contro il caro-energia che scadono a fine marzo. Ad ogni modo eventuali migliorie tecniche al dl sarebbero attese in sede di iter parlamentare.

Fabi, ‘capienza fiscale banche al limite, servono 25 mld per liquidità imprese’

“La capienza fiscale delle banche per gestire i crediti fiscali del Superbonus è di 81 miliardi di euro e il tetto è stato raggiunto da tempo, come ho sottolineato già diversi mesi fa. Ma i crediti complessivi hanno superato quota 105 miliardi. Il problema, adesso, è individuare soluzioni volte a trovare 24-25 miliardi di liquidità per evitare il fallimento di 25.000 imprese, il blocco definitivo di 90.000 cantieri e la perdita di 130.000 posti di lavoro. Ci sono alcune ipotesi e oggi saranno discusse dal governo, rappresentato dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, assieme ai vertici di Abi e Ance”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante la trasmissione ‘Mattino Cinque’ in onda su Canale 5.

“La prima passa per la compensazione delle tasse pagate dai cittadini in banca coi modelli F24: una percentuale di queste, forse l’1% cioè 5 miliardi, verrebbe trattenuta dalle banche e utilizzata per pagare le imprese. – aggiunge – La seconda è cartolarizzare i crediti, cioè le banche li venderebbero a società finanziarie che poi recupererebbero dallo Stato. La terza strada passa per il coinvolgimento delle società pubbliche Cdp e Sace che hanno liquidità e possono comprare dalle banche i crediti fiscali ora bloccati”.

Urso, ‘facciamo ciò che Draghi avrebbe voluto fare’

‘Nella maggioranza una sostanziale unità ma ci sono politici che cercano visibilità’

“Oggi abbiamo a Palazzo Chigi il tavolo di confronto con le rappresentanze delle associazioni imprenditoriali, nessuna esclusa, come è nello stile di questo governo. Anche per capire come migliorare il testo, per ridurre l’impatto sulle imprese del settore”. Così il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso in merito al Superbonus, in un’intervista a ‘Il Corriere della Sera’.

Quanto alle modifiche che si intendono apportare: “Sarà oggetto del confronto con le imprese, in cui ascolteremo esigenze e proposte. E poi del confronto in Parlamento con tutte le forze politiche. Abbiamo eliminato un meccanismo perverso con 9 miliardi di truffe e un carico insostenibile per lo Stato ma sappiamo che va preservato un settore così significativo per la nostra economia”. “Draghi avrebbe voluto fermare la macchina foriera di truffe senza precedenti ma non poteva perché il partito di maggioranza relativa era i Cinque Stelle. – spiega – Per questo decise di concludere il suo mandato in modo traumatico. E di consegnarci la guida del Paese con le elezioni anticipate. Noi abbiamo fatto quel che lui avrebbe voluto fare ma non era in condizione di fare”.

Quanto alle tensioni all’interno della maggioranza risponde: “Riunioni di maggioranza si svolgono spesso in Parlamento, saranno utili anche in questo caso, così come per il decreto trasparenza sui benzinai poi approvato in Commissione con il pieno consenso della maggioranza”. Sollecitato sui casi di scontro interno Delmastro-Donzelli e alle dimissioni della sottosegretaria Montaruli, con botta e risposta tra FdI e FI sostiene: “I casi che lei cita riguardano pochi esponenti politici, peraltro sempre gli stessi alla ricerca di visibilità interna”.

Il Governo in un vicolo cieco.

“Il governo si è infilato in un vicolo cieco e, adesso, per prendere qualsiasi provvedimento volto a superare il blocco del Superbonus è appeso alla decisione che l’Istat renderà nota il prossimo 1 marzo”. A dirlo è il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, sottolineando che “in quella occasione, l’istituto di statistica invierà alla Commissione europea il quadro della finanza pubblica italiana relativa al 2022 e chiarirà se i crediti fiscali relativi ai bonus edilizi vanno considerati come debito pubblico aggiuntivo e non solo come deficit”.

Ferrara evidenzia che “qualora l’Istat escludesse il Superbonus dal debito, allora il governo avrebbe un importante spazio di manovra e potrebbe avviare in tempi rapidi la compensazione con i modelli F24 pagati in banca”.

“Purtroppo, in questa fase di limbo e di attesa, c’è il forte rischio fallimento per molte imprese del settore edilizio e di quello collegato, ormai stremate e piegate dalla mancanza di liquidità” osserva infine Ferrara.

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