Invito a cercare alternative per evitare scelte errate di politica monetaria
Anche se è il valore più seguito dalla Federal Reserve (e non solo) l’inflazione ‘core’ – ovvero quella calcolata escludendo i prezzi di cibo ed energia – non è il parametro più affidabile per definire l’andamento reale dei prezzi: meglio definire un nuovo sistema di riferimento per evitare errori di valutazione che potrebbero distorcere le scelte di politica monetaria. In una fase di inflazione galoppante, è di estrema attualità il monito che arriva da uno studio del Fondo Monetario Internazionale che esamina l’andamento dell’inflazione core (o sottostante) in 38 paesi, valutando anche misure alternative. Ad esempio emerge che l’inflazione mediana ponderata è meno ‘volatile’ dell’inflazione core standard con un livello medio che sul lungo periodo è inferiore a quello dell’inflazione complessiva (e quindi meno influenzato da sbalzi repentini).
Lo studio evidenzia insomma i limiti della misura standard dell’inflazione che da quasi 50 anni (è stata definita nel 1975) è il riferimento di economisti e politici e li invita a “prestare maggiore attenzione” ad alternative che “dovrebbero essere prese in considerazione” nel valutare le ricadute di breve periodo implicito e le reazioni di politica monetaria.