Banche oggi situazione.
“Banche, siamo sicuri che non avete bisogno anche voi di un po’ di educazione finanziaria?”. Eva Girardello, ex bancaria e oggi founder e ceo di BankAdvisor, lancia una provocazione nata proprio dall’esperienza della piattaforma che ha creato due anni fa assieme a Davide Fassina e che da giugno è online: da un lato offre servizi immediati alle imprese legati alle pratiche finanziarie ma dall’altro, lo si capisce dal nome che è stato scelto e che riporta al celebre TripAdvisor, raccoglie recensioni sulle filiali degli istituti di credito. E sono tutte sulla stessa linea.
“Le grandi banche, soprattutto, si sono scollate dal mondo reale delle piccole imprese. Tante volte non hanno cura del cliente, che viene trattato come un numero. Le filiali sulla nostra piattaforma vengono giudicate in base alle persone, che fanno la differenza sulla qualità del servizio, sulla trasparenza e sulla velocità. Però – racconta all’Adnkronos – le recensioni sono tutte sulla stessa linea, con le lamentele maggiori che sono sempre le stesse e sulle cose più semplici: non rispondono al telefono, sono irreperibili insomma, e danno un appuntamento dopo settimane. Ma un’azienda che non ottiene una risposta e che viene rimandata per settimane ha anche altre cose da fare. Il mondo delle imprese viaggia veloce – aggiunge Girardello – e se oggi ho un problema non posso aspettare settimane. Per questo il mondo delle fintech si sta muovendo velocemente, anche se ha costi più alti, perché magari pago il 5% su un servizio invece dell’1,25% ma ce l’ho subito”.
Il mondo delle imprese e della finanza gira veloce, dice insomma la ceo di BankAdvisor, “e le banche sembra non se ne rendano conto. E’ lì che si perdono. Noi vorremo aiutare a colmare questi gap, perché il mercato non è fatto solo dalle grandi imprese alle quali gli istituti prestano sempre più attenzione, sono quelle piccole che sostengono il sistema. Le banche si devono rendere conto quali sono i problemi e che questi sono semplici. Se vogliono continuare a mantenere i loro numeri nei prossimi anni, non possono continuare su questa strada, devono ascoltare quello che chiede il cliente e avvicinarsi alla realtà”.
Serve quindi, ribadisce con la sua provocazione Girardello, “un’educazione finanziaria al contrario per gli istituti di credito tradizionali. Trattano il cliente medio come inadeguato, impreparato e ignorante più di quanto in realtà lo sia. Se guardiamo le recensioni delle banche non tradizionali, sono tutte molto alte. Ma se allora in tutte le aziende al mondo si guarda a cosa fa il competitor, possibile che negli istituti tradizionali non lo facciano? Sembra vivano in una posizione di rendita eterna. Trovo impossibile che negli uffici centrali i responsabili del marketing non sappiano come si muove la concorrenza…”.
Una provocazione, ci tiene però a sottolineare, che non è fine a se stessa: “Raccogliere recensioni negative non è l’obiettivo. Non facciamo di tutte l’erba un fascio, soprattutto noi che recensiamo le singole filiali, con giudizi differenti anche all’interno dello stesso gruppo. Ma tramite queste recensioni – conclude – vorremmo far capire che è necessario colmare questo gap”.