Foti
Foti (FdI), ‘su figli detenute nessun blitz, ddl si emendano’
“Nessun blitz. In commissione i ddl si emendano. Per noi deve esserci la valutazione di un giudice. Le donne recidive non possono sfruttare il fatto di essere in gravidanza per avere un’esimente”. Così Tommaso Foti, capogruppo FdI alla Camera, in un’intervista oggi su Corriere della sera, rispondendo alle accuse delle opposizioni di un ‘blitz’ contro i figli delle detenute.
Carceri: Cucchi (Avs), ‘verità e giustizia su decesso Cassino’
“Mimmo D’innocenzo muore il 27 aprile 2017 all’interno dell’Istituto penitenziario di Cassino. Il decesso si verificava a causa di una intossicazione da sostanza stupefacente. In merito al decesso risultano però alcune incongruenze significative. Ad esempio non è stata fatta luce sulla scomparsa del registro entrata/uscita dall’infermeria del carcere, per il mese 2017, il mese della morte. Sembrerebbe, infatti, da quanto sostenuto dall’Avvocato della famiglia della vittima, che ci sarebbero discordanze tra il parere degli agenti penitenziarie e degli addetti all’infermeria. Secondo i primi D’innnocenzo sarebbe stato portato in infermerie per le cure, per i secondi questo fatto non sarebbe mai accaduto. Altro aspetto che richiede approfondimenti e che evidenza aspetti contrastanti rispetto alle ricostruzioni ufficiali è quello del mancato ritrovamento della siringa nella cella. Un buco di iniezione sul braccio, senza siringa. Cosa è successo sei anni fa all’interno del Carcere di Cassino? Morti come quelle di D’Innocenzo meritano una spiegazione, meritano verità e giustizia”. Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi.
Mirabelli (Pd), ‘rischi arretramento diritti è fondato’
“L’intervento di oggi del portavoce di Amnesty International sui rischi di un arretramento significativo sul tema dei diritti nelle carceri italiane è preoccupante ma purtroppo fondato. Alle posizioni assurde e strumentali che ha tenuto la maggioranza sul tema delle madri e dei bambini in carcere va aggiunta la scelta di riportare in carcere chi durante tutta la pandemia ha lavorato fuori dal carcere, scegliendo di non prorogare i provvedimenti assunti col Covid che avevano funzionato, la scelta di restringere di nuovo le possibilità di comunicazione coi famigliari e il mancato investimento sulle pene alternative scelta qualificante della riforma Cartabia. Preoccupa ancora di più in questo quadro l’assenza del ministro Nordio che, a parole, racconta una visione del carcere come estrema ratio e richiama alla funzione rieducativa della pena, mentre la sua maggioranza in parlamento sceglie di andare nella direzione opposta”. Lo scrive su Facebook il senatore Franco Mirabelli, vice presidente del gruppo del Partito democratico a Palazzo Madama.
Lupi (Nm), ‘pene alternative per le madri in carcere con i figli’
“Non è giusto che una bambina o un bambino nascano o crescano in carcere perché la madre è reclusa. Le colpe dei genitori non possono e non devono ricadere sui figli. La maternità non può essere usata come scusa per evitare una giusta pena: basta scontri su questi temi, si torni a confrontarsi per coniugare diritti dei minori, dignità e certezza della pena. Noi Moderati crede che debbano essere utilizzate pene alternative al carcere per le donne incinte o per le madri, in modo che i figli non debbano crescere scontando anch’essi, incolpevoli, una pena che non meritano”. Lo dice il capo politico di Noi Moderati Maurizio Lupi.
Cirielli (Fdi), ‘via patria potestà a madri condannate con sentenza passata in giudicato’
“Le donne che vanno in carcere per reati gravi con sentenza passata in giudicato devono perdere la patria potestà sui figli”, dice all’Adnkronos Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri ed esponente di Fdi, mentre si accende lo scontro tra maggioranza e opposizione sulla questione delle madri detenute. Ieri il Pd ha stoppato l’approdo in Aula a Montecitorio, previsto per fine marzo, della sua proposta di legge a prima firma Debora Serracchiani dopo gli emendamenti presentati dal centrodestra e approvati in Commissione che prevedevano il carcere per le madri in caso di recidiva e cancellavano il differimento della pena per le donne incinte o con un figlio che abbia meno di un anno.
Cirielli nella scorsa legislatura è stato promotore di una proposta di legge che proponeva il “rinvio dell’esecuzione della pena nei confronti di donne incinte o madri di prole di età inferiore a tre anni”: “Ho sempre pensato fosse ingiusto tenere i bambini in carcere – afferma – ma considero ancora più ingiusto lasciare la patria potestà a madri degeneri che commettono reati così gravi da essere condotte in carcere. E’ legittimo lasciare la patria potestà a una donna che ha commesso un omicidio? Il caso Bibbiano ci ricorda che per molto meno sono stati tolti figli alle madri”.
“E inoltre – insiste Cirielli – chiedo: come mai il Pd, che ha governato per tanti anni, non ha cambiato le norme quando era al governo e vuole farlo adesso dall’opposizione?”. Secondo il viceministro di Fratelli d’Italia, “se una persona viene condannata con sentenza passata in giudicato per un reato così grave per cui deve andare in carcere, cosa che in Italia non è così facile, in quel caso deve essere automatica la perdita della patria potestà e quindi il bambino non deve andare in carcere con la mamma”. “Noi avevamo previsto la custodia attenuata con case famiglia di fronte o all’interno del carcere, per consentire alla mamma di uscire da un momento di ristrettezza. Questo era previsto nell’ipotesi di custodia cautelare”, conclude Cirielli spiegando i contenuti della sua proposta.
Renzi, ‘togliere patria potestà a condannate? Basta uscite da bar’
“Togliere la patria potestà alle madri condannate significa capire poco di diritto ma significa soprattutto non capire nulla di umanità. I membri del governo Meloni devono smetterla con queste uscite da bar e pensare a governare, se ci riescono” Lo scrive su Twitter Matteo Renzi.