Pnrr: focus con Mattarella, Meloni ‘salta’ trasferta Udine ‘ostacoli ma avanti con coraggio’

‘Il cielo è sempre più blu’ di Rino Gaetano risuona in piazza XX settembre, Udine, mentre una pioggerellina battente cade sulla folla raccolta sotto gli ombrelli per assistere alla chiusura della campagna elettorale di Massimiliano Fedriga, governatore uscente del Friuli Venezia Giulia in corsa per il secondo mandato. Il cielo è grigio, a dispetto del motivo che accompagna la kermesse, come sembra esserlo su Roma.

Perché se il premier Giorgia Meloni non arriva nella piazza che l’attendeva -“sono mortificatissima”, dirà in un videocollegamento lunghissimo, quasi a farsi perdonare per l’assenza- è perché la colazione al Colle con il Presidente Sergio Mattarella (“programmata”, spergiurano da Palazzo Chigi) si è protratta più del dovuto, andando per le lunghe e rendendo impossibile il blitz a Udine, dove, con Tajani e Salvini, sarebbe dovuto scendere in campo il ‘tridente’ per una candidatura che, stando ai sondaggi, e’ pronta ad afferrare il 70% delle preferenze.

Ma il confronto con il Capo dello Stato, da entrambi le parti definito cordiale, di proficua cooperazione, prende tempo, anche perché, tra i vari temi in agenda, c’è la ‘grana’ del Pnrr, con Bruxelles che è ricorsa ai tempi supplementari -un mese in più- per valutare il ‘restyling’ di alcuni progetti e concedere la terza tranche. A palazzo Chigi assicurano che il Next Generation Eu è stato solo uno dei piatti del ‘menu’, si è parlato anche di migranti, del nuovo codice degli appalti, delle misure sulle bollette. Del lavoro da portare avanti da un governo che intende tagliare il traguardo dell’intera legislatura, come tiene a rimarcare Meloni a più riprese.

Poco dopo il colloquio che va in scena al Colle, viene pubblicata una nuova ‘puntata’ degli appunti di Giorgia, la rubrica social del premier. Nessun accenno al Pnrr, che Meloni non mancherà però di richiamare poco dopo, intervenendo a Udine. “Non lo abbiamo scritto noi – farà presente Meloni alla folla che l’ascolta in piazza, mentre poco prima Tajani, arrivando al comizio, aveva invitato la commissione Ue a ‘chiarirsi con se stessa’ – quel che noi stiamo facendo altro non è che cercare di renderlo compatibile con quello che era stato scritto, ma anche con le priorità nuove per la nostra nazione, a partire dal tema della sicurezza energetica. Quindi è un programma ambizioso e mi fermo qui. Gli ostacoli per portarlo avanti non mancheranno, però se c’è una cosa che non ci manca è il coraggio”.

La folla applaude e sembra apprezzare, incurante della pioggia che non cessa di venire giù. Meloni assicura che il suo governo e’ compatto, che le frizioni che raccontano sono menzogne. “Le opposizioni sono nervosette, ma le capisco eh…”, le irride, mentre uno dei leader di quello che fu il fronte progressista, Giuseppe Conte, oggi dalle pagine del Corriere della sera la invita ad aprire un tavolo comune per superare l’impasse. “Vedrete – dice ai giornalisti sul volo che lo porta a Udine, per il colpo di coda di una campagna elettorale che per il M5S e il Pd sembra già persa in partenza – di questo passo mi accuseranno di avere portato troppi soldi in Italia per nascondere l’imbarazzo di non riuscire a spenderli”. Parole che suonano come una terribile profezia sotto un cielo che oggi tutto ha tranne del blu.

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