Comuni penalizzati
“Sono certamente tanti gli strumenti che oggi si possono mettere in campo per promuovere lo sviluppo dei territori a cominciare dal Pnrr, a cui però i Comuni del Sud fanno fatica ad accedere per via dell’atavica carenza di personale. Per esempio Cosenza, città capoluogo di circa 70mila abitanti e con una utenza di servizio provinciale ampia, avrà a fine anno una presenza di personale in Comune di 104 unità e 95 di Polizia Municipale. Con circa 200 dipendenti, di grazia, come si possono rispettare i tempi stretti e le procedure complesse dettate dal Pnrr?”. Lo ha affermato il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, intervenendo questa mattina all’incontro promosso da Confindustria nella città bruzia, nel corso del quale ha lanciato un vero e proprio grido d’allarme sulle condizioni di criticità strutturali in cui versano i Comuni, soprattutto del Sud, chiedendo il sostegno concreto del Governo del Paese.
“Gli aiuti che sono arrivati – ha aggiunto – sono solo 5 professionisti, tutti bravi, ma come possono seguire tutte le misure? Eppure, ed è questo motivo di orgoglio per me, la scorsa settimana abbiamo concluso l’aggiudicazione di lavori nel settore della rigenerazione urbana e per l’impiantistica sportiva per 21 milioni e mezzo di euro. Ma è poca cosa. Noi vogliamo fare di più perché i progetti li abbiamo al pari di Milano e delle altre città settentrionali, storicamente più ricche”. “Su questo aspetto – ha sottolineato Caruso – ritengo, pertanto, che si debba fare una battaglia forte e condivisa per chiedere risorse umane adeguate, così da avere la possibilità di partecipare a tutte le occasioni di crescita provenienti dall’Europa e dal Pnrr”.
Il sindaco di Cosenza ha anche criticato la decisione del Governo Meloni di imporre ai Comuni di esporre nel rendiconto di gestione il Fal, Fondo di Anticipazione di Liquidità, che penalizzerà ulteriormente le Pa. “Una cosa del genere – ha sostenuto il primo cittadino – non è mai accaduta in passato. Il mio Comune dovrà esporre 94 milioni di anticipazione, per via delle note drammatiche situazioni finanziarie che abbiamo ereditato. Questo significa non poter approntare alcuna prospettiva di bilancio in equilibrio, se non tagliando i servizi. Così, però, non si cresce”.
Caruso si è poi soffermato, più generale, sulle “politiche di sperequazione territoriali messe in campo dal ddl Calderoli e relative all’autonomia differenziata, in contrasto, peraltro, con le politiche europee”. “L’Europa – ha osservato – ha destinato il 40% delle risorse del Pnrr al Sud con l’obiettivo di colmare il divario con il resto del Paese. Il ddl Calderoli, invece, lo accresce perché, tra le altre cose, prevede la possibilità che le Regioni trattengano parte del proprio gettito fiscale da poter investire nel proprio territorio, sottraendo di fatto risorse allo Stato e, di conseguenza, ad un’equa redistribuzione basata sui bisogni dei territori. ll Governo centrale, sostanzialmente, cederebbe sovranità rischiando di frantumare l’Italia in 20 Repubblichette”.
“Non sono contro l’autonomia differenziata a prescindere – ha proseguito Franz Caruso – perché è prevista nella nostra Costituzione che io rispetto e su cui mi baso, seppur ho aspramente criticato la modifica nel 2001 del titolo V. Sono, pertanto, per un’attuazione dell’autonomia differenziata lineare rispetto allo spirito della Costituzione. Rinnovare e modernizzare il Paese nel segno dell’efficienza, dello sviluppo e della responsabilità significa, innanzitutto, colmare i gap esistenti e non alimentarli”. “Per cui – ha concluso – per quanto mi riguarda, attuare l’autonomia differenziata dovrà significare prioritariamente colmare il divario tra Nord e Sud. L’Italia per vincere le sfide del presente e del futuro, non può più correre a due velocità. Riparte l’Italia se riparte il Sud. Ne sono convinto io, ne sono convinti molti economisti”.