Situazione sempre tesa per le Banche.
“Il caso Silicon Valley Bank dimostra che le banche centrali siano in qualche modo vittime delle proprie politiche monetarie eccessivamente accomodanti e allo stesso tempo obbligate a risolvere delle situazioni di stress sui mercati che loro stesse hanno contribuito a generare”. E’ quanto scrive in un’analisi Alberto Conca, responsabile degli investimenti di Zest Asset Management.
Le banche centrali, si legge, sono diventate allo stesso tempo il prigioniero e il carceriere dei mercati finanziari. La Silicon Valley Bank appariva solida a fine 2022, con circa l’80% delle passività rappresentate dai depositi dei clienti, i tre quarti dei quali investiti in obbligazioni governative o in liquidità; tutti i ratio patrimoniali indicavano una banca solida secondo i criteri del regolatore statunitense. Un decennio di politiche monetarie ultra accomodanti, con tassi a zero e Quantitative Easing, hanno tolto agli investitori la possibilità di investire a breve/medio termine senza rischio, spingendoli ad aumentare la duration dei loro portafogli alla ricerca di rendimento, aumentando quindi il rischio che un rialzo dei tassi, non adeguatamente sterilizzato, portasse a una riduzione del valore del portafoglio investimenti.