giovedì8 Giugno 2023
arcivescovo di kiev e la Pasqua ortodossa
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Ucraina: arcivescovo Kiev, ‘di nuovo celebriamo Pasqua tra gli orrori della guerra‘

Shevchuk, tanti deportati, feriti, mutilati. “Di nuovo celebriamo la Pasqua di Cristo nell’incredibile sofferenza dovuta agli orrori della guerra aperta....

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Shevchuk, tanti deportati, feriti, mutilati.

“Di nuovo celebriamo la Pasqua di Cristo nell’incredibile sofferenza dovuta agli orrori della guerra aperta. Nel corso dell’ultimo anno in ogni angolo dell’Ucraina e in vari paesi dei nostri insediamenti ci sono stati tanti traumi e dolore, tanti deportati e feriti, catturati e dispersi, tanti mutilati!”. Lo sottolinea l’arcivescovo maggiore di Kiev nel messaggio pasquale con il quale si rivolge ai fedeli della Chiesa greco-cattolica ucraina che celebrano la Pasqua domani , secondo il calendario giuliano.

“Non è facile – dice Sviatoslav Shevchuk- parlare della gioia della risurrezione mentre troviamo dappertutto sofferenza e morte. Oggi Cristo risorto tende la sua mano, vivificante e ferita, all’Ucraina ferita, le Sue piaghe glorificate toccano le nostre piaghe dolorose che sanguinano ancora. Il Crocifisso e Risorto fa Sue le nostre piaghe che diventano le piaghe glorificate dei vincitori nella risurrezione dell’Ucraina!”.

“Crediamo fermamente: proprio come né i sigilli della tomba né le guardie militari hanno trattenuto Cristo nel suo corpo glorificato, così anche nessun aggressore e occupante sarà in grado di sconfiggere la nostra Ucraina ferita. Sconfiggeremo il nemico, ricostruiremo le nostre città e i nostri villaggi distrutti, guariremo le nostre ferite con la forza e con l’azione dello Spirito Santo: perché Cristo è risorto! La nostra vittoria – dice Shevchuk – non dipende solo dalla nostra capacità militare di resistere alle truppe russe, ma anche dalla nostra capacità sul fronte spirituale di aprirci alla potenza di risurrezione di Dio e di diventare uno strumento di guarigione e di pace nelle mani del Signore. Mi unisco spiritualmente a coloro che si trovano nei territori occupati e non hanno la possibilità di recarsi oggi nella loro chiesa, ma attendono la liberazione e pregano per la vittoria dell’Ucraina”.

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