Viaggio in Ungheria
Il Papa, nel momento di lasciare il territorio italiano, ha fatto pervenire al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, il consueto telegramma: “Nel momento in cui mi accingo a lasciare il suolo d’Italia per compiere un viaggio apostolico in Ungheria, mosso dal desiderio di incontrare i fratelli nella fede e testimoniare l’importanza di costruire ponti tra i popoli, rivolgo a Lei Signor Presidente e a tutti gli italiani il mio cordiale saluto, che accompagno con fervide preghiere per il bene della Nazione”.
Incontro con quindici homeless prima di partire per Budapest.
Ha avuto inizio questa mattina il 41° Viaggio Apostolico Internazionale di Papa Francesco che si reca in Ungheria. “Prima di lasciare Casa Santa Marta il Santo Padre – fa sapere il Vaticano- ha ricevuto il saluto di quindici persone senza dimora che vivono nei pressi di San Pietro accompagnati dal Prefetto del Dicastero per la Carità, Sua Eminenza il Cardinale Konrad Krajewski”. Quindi , Bergoglio si è trasferito in auto all’Aeroporto Internazionale di Roma-Fiumicino da dove, alle ore 8.21 – a bordo di un A320 neo/ITA Airways – è partito alla volta di Budapest. L’atterraggio all’Aeroporto Internazionale Ferenc Liszt di Budapest è previsto per le ore 10.
Il ‘mondo dominato da visione banale della sessualità, arginare piaga femminicidi’
Il Papa chiede una “ seria educazione , in un mondo dominato da una visione relativistica e banale della sessualità umana”. L’appello nel inviato ai partecipanti al Congresso Internazionale WOOMB su La “rivoluzione Billings” 70 anni dopo: dalla conoscenza della fertilità alla medicina personalizzata, che si svolge a Roma, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, dal 28 al 29 aprile.
“Essa chiede di essere considerata entro uno sguardo antropologico ed etico, in cui le questioni dottrinali siano approfondite senza semplificazioni indebite né rigide chiusure. In particolare, è bene tenere sempre presente la connessione inscindibile tra il significato unitivo e quello procreativo dell’atto coniugale Il primo esprime il desiderio degli sposi di essere una cosa sola, una sola vita; l’altro esprime la comune volontà di generare vita, che permane anche nei periodi di infertilità e nell’anzianità. Quando questi due significati sono consapevolmente affermati,- osserva Francesco- nasce e si rafforza nel cuore degli sposi la generosità dell’amore, che li dispone ad accogliere una nuova vita. Quando ciò manca, l’esperienza della sessualità si impoverisce, si riduce alle sensazioni, che presto diventano autoreferenziali, e perde la sua dimensione umana e di responsabilità”.
Francesco pensa in particolare alla “tragedia della violenza tra i partner sessuali – penso alla piaga del femminicidio – trova qui una delle sue cause principali”. “Di fatto – scrive – si sta perdendo di vista il nesso tra la sessualità e la vocazione fondamentale di ogni persona al dono di sé, che trova una peculiare realizzazione nell’amore coniugale e familiare. Questa verità, pur inscritta nel cuore dell’essere umano, per esprimersi in modo pieno richiede un percorso educativo. Si tratta di un’urgenza che interpella la Chiesa e tutti coloro che hanno a cuore il bene della persona e della società e che attende risposte concrete, creative e coraggiose, come si evidenzia in Amoris laetitia, a proposito dell’educazione sessuale: ‘Il linguaggio del corpo richiede il paziente apprendistato che permette di interpretare ed educare i propri desideri per donarsi veramente. Quando si pretende di donare tutto in un colpo è possibile che non si doni nulla’”.
‘No alla pratica dell’utero in affitto’
“Oggi la separazione ideologica e pratica della relazione sessuale dalla sua potenzialità generativa ha determinato la ricerca di forme alternative per avere un figlio, che non passano più per i rapporti coniugali, ma si avvalgono di processi artificiali. Però, se è bene aiutare e sostenere un legittimo desiderio di generare con le più avanzate conoscenze scientifiche e con tecnologie che curano e potenziano la fertilità, non lo è creare embrioni in provetta e poi sopprimerli, commerciare con i gameti e ricorrere alla pratica dell’utero in affitto”. Lo ha sottolineato il Papa nel messaggio ai partecipanti al congresso internazionale sulla ‘Rivoluzione Billings’
Caso Orlandi: Papa, ‘le accuse a Wojtyla? Hanno fatto una cretinata’
Le parole ai media sul volo verso Budapest
“Una cretinata che hanno fatto”. Con queste parole papa Francesco, durante il volo per Budapest, ha definito le insinuazioni su Giovanni Paolo II diffuse nei giorni scorsi sul caso di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana scomparsa nel giugno del 1983. Il Pontefice, nel corso dei saluti ai media al seguito, ha risposto a una inviata polacca che lo ha ringraziato per la difesa di papa Wojtyla.
Papa: Orban, ‘lottiamo per mantenere Ungheria sulla via cristiana’
Faccia a faccia tra il Papa e Orban. Bergoglio, prima di rivolgersi alle autorità nel suo primo discorso in Ungheria, ha avuto un breve incontro privato con il Primo Ministro della Repubblica di Ungheria, Viktor Orbán, e con i familiari.
“Lottiamo per mantenere l’Ungheria sulla via cristiana, è molto difficile in questa Europa attuale”, ha detto Orban al Papa come si è potuto sentire in un frammento del colloquio trasmesso dai media vaticani.
Papa: a Palazzo Sandor a Budapest incontra le autorità
Il Papa, al termine del colloquio privato con il primo ministro ungherese Orban, nella Sala dell’ex Monastero Carmelitano presso il Palazzo Sándor, a Budapest, incontra le Autorità politiche e religiose, i Rappresentanti della Società Civile e della Cultura e i Membri del Corpo Diplomatico. Dopo il discorso della Presidente della Repubblica di Ungheria, Katalin Novák, il Papa pronuncia il suo primo discorso della tre giorni ungherese.
Ucraina: Papa, ‘dove sono finiti gli sforzi creativi di pace?’
Il monito, Europa fondamentale, non lasci nessuno per sempre nemico “In questa fase storica i pericoli sono tanti; ma, mi chiedo, anche pensando alla martoriata Ucraina, dove sono gli sforzi creativi di pace?”. Lo chiede il Papa nel suo primo discorso a Budapest alle autorità , al Corpo diplomatico e alla società civile. “In questo frangente storico – osserva -l’Europa è fondamentale. Perché essa, grazie alla sua storia, rappresenta la memoria dell’umanità ed è perciò chiamata a interpretare il ruolo che le corrisponde: quello di unire i distanti, di accogliere al suo interno i popoli e di non lasciare nessuno per sempre nemico. È dunque essenziale ritrovare l’anima europea: l’entusiasmo e il sogno dei padri fondatori, statisti che hanno saputo guardare oltre il proprio tempo, oltre i confini nazionali e i bisogni immediati, generando diplomazie capaci di ricucire l’unità, non di allargare gli strappi”.
Bergoglio cita De Gasperi nel suo intervento alla tavola rotonda d’Europa a Roma del 13 ottobre 1953: “Penso a quando, a una tavola rotonda cui parteciparono anche Schuman e Adenauer, disse: ’È per se stessa, non per opporla ad altri, che noi preconizziamo l’Europa unita… lavoriamo per l’unità, non per la divisione’. E ancora, a quanto disse Schuman: ’Il contributo che un’Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche», in quanto – parole memorabili! – ’la pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano’”.
‘Europa dei ventisette necessita del contributo di tutti’
“Anche l’Europa dei ventisette, costruita per creare ponti tra le nazioni, necessita del contributo di tutti senza sminuire la singolarità di alcuno”. Lo ha ammonito il Papa nel suo primo discorso della tre giorni ungherese, parlando alle Autorità del Paese, al Corpo diplomatico e alla società civile. Bergoglio, citando un padre fondatore, ha ricordato quanto preconizzava: “‘L’Europa esisterà e nulla sarà perduto di quanto fece la gloria e la felicità di ogni nazione. È proprio in una società più vasta, in un’armonia più potente, che l’individuo può affermarsi’. C’è bisogno di questa armonia: di un insieme che non appiattisca le parti e di parti che si sentano ben integrate nell’insieme. È significativo in proposito quanto afferma la Costituzione ungherese: ‘La libertà individuale può svilupparsi solo nella collaborazione con gli altri»; e ancora: «Riteniamo che la nostra cultura nazionale sia un ricco contributo alla multicolore unità europea’”.
Urge lavorare a vie sicure e legali come Ue, respingendo non si argina sfida epocale’
Il monito, ‘basta scuse e indugi’
l Papa, nel suo primo discorso alle Autorità ungheresi a Budapest, affronta anche la questione dei migranti. Chiede all’Europa di lavorare unita a “vie sicure e legali” nella consapevolezza che una “sfida epocale” non si potrà arginare coi respingimenti. “È pensando a Cristo presente in tanti fratelli e sorelle disperati che fuggono da conflitti, povertà e cambiamenti climatici, che occorre far fronte al problema senza scuse e indugi. È tema da affrontare insieme, comunitariamente, anche perché, nel contesto in cui viviamo, le conseguenze prima o poi si ripercuoteranno su tutti. Perciò – scandisce il Pontefice- è urgente, come Europa, lavorare a vie sicure e legali, a meccanismi condivisi di fronte a una sfida epocale che non si potrà arginare respingendo, ma va accolta per preparare un futuro che, se non sarà insieme, non sarà. Ciò chiama in prima linea chi segue Gesù e vuole imitare l’esempio dei testimoni del Vangelo”.
In un altro passaggio del senso e articolato discorso, Bergoglio parla dell’importanza dell’accoglienza per chi è cristiano : “È un tema, quello dell’accoglienza, che desta tanti dibattiti ai nostri giorni ed è sicuramente complesso. Tuttavia per chi è cristiano l’atteggiamento di fondo non può essere diverso da quello che santo Stefano ha trasmesso, dopo averlo appreso da Gesù, il quale si è identificato nello straniero da accogliere”.
‘valori cristiani non si testimoniano con rigidità e chiusure’
“I valori cristiani non possono essere testimoniati attraverso rigidità e chiusure”. Lo scandisce il Papa parlando alle Autorità ungheresi a Budapest “città di santi”, ricorda Francesco nel suo de do e articolato discorso. “Il pensiero – dice – non può che andare a Santo Stefano, primo re d’Ungheria, vissuto in un’epoca nella quale i cristiani in Europa erano in piena comunione. Dunque la storia ungherese nasce segnata dalla santità, e non solo di un re, bensì di un’intera famiglia: sua moglie, la Beata Gisella, e il figlio sant’Emerico”. Ripercorrendo la testimonianza di Santo Stefano, Bergoglio, che prima di pronunciare il discorso ha incontrato privatamente il primo ministro ungherese sovranista Orban, osserva: “È un grande insegnamento di fede: i valori cristiani non possono essere testimoniati attraverso rigidità e chiusure, perché la verità di Cristo comporta mitezza e gentilezza, nello spirito delle Beatitudini”. “Da ciò – evidenzia ancora il Papa- traspare non solo la ricchezza di una solida identità, ma la necessità di apertura agli altri, come riconosce la Costituzione quando dichiara: ‘Rispettiamo la libertà e la cultura degli altri popoli, ci impegniamo a collaborare con tutte le nazioni del mondo». Essa afferma ancora: ’Le minoranze nazionali che vivono con noi fanno parte della comunità politica ungherese e sono parti costitutive dello Stato», e si propone l’impegno «per la cura e la protezione delle lingue e delle culture delle minoranze nazionali in Ungheria’. È veramente evangelica questa prospettiva, che contrasta una certa tendenza, giustificata talvolta in nome delle proprie tradizioni e persino della fede, a ripiegarsi su di sé”.
Urge lavorare a vie sicure e legali come Ue, respingendo non si argina sfida epocale’
Il monito, ‘basta scuse e indugi’
Il Papa, nel suo primo discorso alle Autorità ungheresi a Budapest, affronta anche la questione dei migranti. Chiede all’Europa di lavorare unita a “vie sicure e legali” nella consapevolezza che una “sfida epocale” non si potrà arginare coi respingimenti. “È pensando a Cristo presente in tanti fratelli e sorelle disperati che fuggono da conflitti, povertà e cambiamenti climatici, che occorre far fronte al problema senza scuse e indugi. È tema da affrontare insieme, comunitariamente, anche perché, nel contesto in cui viviamo, le conseguenze prima o poi si ripercuoteranno su tutti. Perciò – scandisce il Pontefice- è urgente, come Europa, lavorare a vie sicure e legali, a meccanismi condivisi di fronte a una sfida epocale che non si potrà arginare respingendo, ma va accolta per preparare un futuro che, se non sarà insieme, non sarà. Ciò chiama in prima linea chi segue Gesù e vuole imitare l’esempio dei testimoni del Vangelo”.
In un altro passaggio del senso e articolato discorso, Bergoglio parla dell’importanza dell’accoglienza per chi è cristiano : “È un tema, quello dell’accoglienza, che desta tanti dibattiti ai nostri giorni ed è sicuramente complesso. Tuttavia per chi è cristiano l’atteggiamento di fondo non può essere diverso da quello che santo Stefano ha trasmesso, dopo averlo appreso da Gesù, il quale si è identificato nello straniero da accogliere”.
‘Cultura scarto tra i fenomeni più drammatici del nostro tempo’
Il messaggio per l’inaugurazione di una mostra in Vaticano
La cultura dello scarto: “Uno dei fenomeni più drammatici del nostro tempo, per il quale la società umana tende a mettere da parte tutto quello che non risponde ai criteri di efficienza, produttività, reattività, ma anche di bellezza, giovinezza, forza e vivacità”. Lo ha denunciato il Papa nel messaggio per l’inaugurazione della Mostra ‘(RE)VERSUS. Riuso e riscatto nel patrimonio della Biblioteca Apostolica Vaticana e nell’arte di Sidival Fila’. Bergoglio, nel messaggio, ringrazia i Responsabili della Biblioteca, i curatori della mostra e padre Sidival Fila, per l’interessante viaggio che sarà offerto ai visitatori: “Senza alcun fine confessionale, anzi in osservanza ai soli criteri della ricerca scientifica e del lavoro artistico, esso intende offrire a tutti elementi di riflessione per passare dalla ’cultura dello scarto’ alla ’cultura dell’armonia’”.
Bene tecniche pro fertilità, ma no a embrioni in provetta e utero in affitto’
”Metodo Billings’ una delle forme più appropriate per realizzare in modo responsabile desiderio di essere genitori’
“Il ‘Metodo Billings’ rappresenta una delle forme più appropriate per realizzare in modo responsabile il desiderio di essere genitori. Se è bene aiutare e sostenere un legittimo desiderio di generare con le più avanzate conoscenze scientifiche e con tecnologie che curano e potenziano la fertilità, non lo è creare embrioni in provetta e poi sopprimerli, commerciare con i gameti e ricorrere alla pratica dell’utero in affitto”. Lo ha sottolineato Papa Francesco, nel messaggio letto da monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, al Congresso internazionale Woomb dal titolo ‘La Rivoluzione Billings 70 anni dopo’, al via oggi nell’Auditorium della sede di Roma dell’Università Cattolica.
Il congresso è promosso dal Centro studi e ricerche per la regolazione naturale della fertilità – Isi, dal Centro di ricerca e studi sulla salute procreativa, dal Centro pastorale dell’ateneo, dalla World Organization Ovulation Method Billings (Woomb) e dal Centro di ateneo in bioetica e scienze della vita, in collaborazione con le associazioni Centri italiani metodo dell’ovulazione Billings OdV (Cimob-OdV) e Donum Vitae.
Per il Papa, “alla radice della crisi demografica in atto c’è, assieme a diversi fattori sociali e culturali, uno squilibrio nella visione della sessualità, e non è un caso che il ‘Metodo Billings’ sia una risorsa anche per affrontare in modo naturale i problemi di infertilità e per aiutare gli sposi a diventare genitori individuando i periodi più fertili”.
Il monito alla Chiesa ungherese.
”È triste quando ci si divide perché, anziché fare gioco di squadra, si fa il gioco del nemico: i Vescovi scollegati tra loro, i preti in tensione col Vescovo, quelli anziani in conflitto con i più giovani, i diocesani con i religiosi, i presbiteri con i laici, i latini con i greci; ci si polarizza su questioni che riguardano la vita della Chiesa, ma pure su aspetti politici e sociali, arroccandosi su posizioni ideologiche. Questo è del diavolo!”. Lo ha ammonito il Papa incontrando Vescovi e sacerdoti della x Chiesa ungherese.
”No, per favore: – li ha sferzati – il primo lavoro pastorale è la testimonianza della comunione, perché Dio è comunione ed è presente dove c’è carità fraterna. Superiamo le divisioni umane per lavorare insieme nella vigna del Signore! “Superare il chiacchiericcio- ha ammonito ancora il Papa fuori dal testo – perché è la strada della distruzione. Mai sparlare di un altro. Chi riesce a farlo e’ un santo e una santa “.
Incontro privato coi Gesuiti in nunziatura a Budapest
Il Papa termina la seconda giornata del viaggio in Ungheria con l’incontro in forma privata con i Gesuiti del luogo nella nunziatura. I contenuti del dialogo a ruota libera tra il Pontefice e i confratelli ungheresi si conoscerà nei prossimi giorni attraverso il direttore di Civiltà Cattolica padre Antonio Spadaro che viaggia nel seguito papale. Domani sarà l’ultimo giorno del viaggio del Papa in Ungheria. Bergoglio tornerà in serata. Sul volo la consueta conferenza stampa coi media al seguito.