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Papa: ‘mondo che cambia ha bisogno di menti aperte’

Dovete correre come pazzi verso Dio Non escludere “nessuno aprendosi anche a nuove forme di apostolato, in un mondo che...

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Dovete correre come pazzi verso Dio

Non escludere “nessuno aprendosi anche a nuove forme di apostolato, in un mondo che cambia e che ha bisogno di menti flessibili e aperte, di cammini di ricerca condivisi, per individuare i modi adatti a trasmettere l’unico Vangelo di sempre”. Lo ha esortato il Papa ricevendo in udienza i Chierici Regolari di San Paolo (Barnabiti) e la famiglia spirituale di Sant’Antonio Maria Zaccharia, in occasione del 125.mo anniversario dalla sua canonizzazione. Bergoglio ha nuovamente messo in guardia dalla tentazione di cadere nel “proselitismo”.

Il Pontefice, prendendo spunto da un’espressione caratteristica di Sant’Antonio Maria che diceva ai suoi seguaci: ‘Dovete correre come pazzi! Correre verso Dio e verso gli altri!’, sottolinea “tre aspetti: il rapporto con Cristo, lo zelo apostolico e il coraggio creativo. Questo tipo di relazione con Cristo è fondamentale anche per noi, per dire a tutti, avendolo sperimentato personalmente, che la vita non è la stessa con o senza di Lui per continuare a “correre verso la meta”, come dice San Paolo, e coinvolgere in questa corsa le persone che ci sono affidate. Il nostro annuncio missionario non è proselitismo, ma condivisione di un incontro personale che ha cambiato la nostra vita! Senza questo, non abbiamo nulla da annunciare, né una destinazione verso cui camminare insieme. ‘Correre verso gli altri’: è la seconda indicazione. Anche questo è fondamentale. Infatti se perdiamo di vista, nella nostra vita di fede, l’orizzonte dell’annuncio, finiamo col chiuderci in noi stessi e coll’inaridirci nei terreni deserti dell’autoreferenzialità. Ci succede come a un atleta che continua a prepararsi per la grande corsa della sua vita senza partire mai: prima o poi finisce col deprimersi e comincia a lasciarsi andare, l’entusiasmo si spegne. E così si diventa discepoli tristi. No, noi non vogliamo diventare discepoli tristi!”.

Un altro aspetto sottolineato dal Papa: “Il coraggio creativo. Non si tratta tanto di elaborare tecniche sofisticate di evangelizzazione, quanto piuttosto, come dice San Paolo, di farsi «tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno», di non fermarsi di fronte alle difficoltà e di guardare oltre gli orizzonti dell’abitudine e del quieto vivere, del “si è sempre fatto così”.

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