‘sua immagine indebolita in modo devastante’
“Una farsa” la rivolta di Wagner e la ‘marcia’ su Mosca? Se così fosse Vladimir Putin avrebbe pagato un prezzo troppo alto, con la sua immagine “indebolita in maniera devastante”. Giampiero Massolo, presidente dell’Ispi, non crede all’ipotesi che l’ammutinamento di Yevgheny Prigozhin fosse una messinscena e che in realtà il capo di Wagner fosse in combutta con il presidente russo, come in alcuni circoli si fa credere.
“L’intera vicenda mostra l’immagine di un Putin indebolito. Se fosse vero che si è trattato di una farsa – sostiene Massolo in un’intervista all’Adnkronos all’indomani del tentato golpe, conclusosi con il ritiro di Wagner mediato dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko – indubbiamente sarebbe stata una farsa che è costata molto cara a Putin, perché l’immagine di debolezza che dà è sinceramente devastante, al punto che alcuni commentatori si interrogano se sia iniziato il suo declino e se si possa parlare per lui della stessa situazione in cui si trovò Gorbaciov nel 1991 dopo il fallito golpe, che poi portò all’avvento di Eltsin”.
“Non credo sia stata una farsa”, insiste il presidente dell’Ispi, convinto che la rivolta armata di Prigozhin sia stata “una sfida alla leadership di Putin, che finora era riuscito a bilanciare l’una contro l’altra le fazioni” in lotta all’ombra del suo potere, il capo di Wagner da una parte e il ministro della Difesa Sergei Shoigu e il capo di Stato maggiore Valery Gerasimov dall’altra.
L’obiettivo di Prigozhin era di regolare il conflitto con loro, spostando il baricentro del potere, non quello di indebolire Putin. Ma lo ‘chef del Cremlino’, sottolinea Massolo, “è sempre stato un tattico e non uno stratega e forse aveva sottovalutato” che agendo come ha fatto ieri “avrebbe spinto Putin a difendere l’ordine costituito, ma lo avrebbe anche indebolito”.
Allo stesso tempo, secondo il presidente dell’Ispi, il modo in cui si è conclusa la vicenda, “con una sorta di compromesso e di salvacondotto per Prigozhin, conferma la difficoltà di fare a meno di lui, di sbarazzarsi di lui: non sappiamo ancora qual è stato il prezzo pagato, lo sapremo nelle prossime settimane”. Ma a sottovalutare il capo di Wagner sarebbe stato anche Putin, se è vero come emerge da fonti di intelligence che avrebbe saputo almeno 24 ore prima dei piani di Prigozhin: “Un comportamento così estremo in effetti ha preso in contropiede tutti”, chiosa Massolo.