‘Cresce non infondato timore delega all’algoritmo in campo militare’
“Mentre sugli schermi scorrono le immagini, quasi antistoriche, di carri armati schierati tra trincee e confini contesi, cresce il non infondato timore di una delega all’algoritmo persino di quelle ‘tragic choices’ che sono le scelte in materia militare, con sullo sfondo jet a guida autonoma e droni kamikaze. Il segretario generale delle Nazioni Unite ha espresso preoccupazione per la potenziale applicazione dell’intelligenza artificiale nel settore delle armi, auspicando la definizione di ‘alcune linee rosse. L’autonomia decisionale che taluni sistemi d’intelligenza artificiale sono pronti a sviluppare preoccupa dunque, anche in campo militare, soprattutto in uno scenario internazionale ancora dominato dalla guerra”. Così il presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione, in occasione della presentazione della relazione annuale al Parlamento.
“Matura così, anche sulla base di questi timori l’intenzione americana, annunciata recentemente, come quella degli Stati riuniti al G7 di fine maggio, di voler regolare l’aspetto forse più dirompente delle neotecnologie: l’intelligenza artificiale appunto, già oggetto, in Europa, di una proposta di regolamento in fase avanzata di discussione. Ancora una volta l’effetto Bruxelles’, la vis attractiva di molte norme europee promuove, come già per il Gdpr in questi cinque anni di applicazione, una spinta globale alla regolazione delle neotecnologie – sottolinea Stanzione – E non certo per una pretesa egemonia culturale del vecchio continente né, probabilmente, per la deterrenza delle sanzioni previste in caso di violazione delle norme europee che, con efficacia parzialmente extraterritoriale, si applicano (tanto per la protezione dei dati quanto per l’intelligenza artificiale) a chiunque si rivolga al mercato europeo”, piuttosto deriva “dalla lungimiranza delle sue scelte con sguardo anticipatore”. Il governo del digitale e la regolazione dei dati, aggiunge, assumono una valenza geopolitica strategica, capace di riorientare assetti di potere consolidati”.