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Mafia: Gasparri, ‘chiedere scusa a eroi come Mario Mori, Subranni e De Donno per ingiusti processi’

Nel mese di Gennaio 2023 Il Generale dichiara che la lotta alla Mafia è terminata con l’arresto di Toto Rina...

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Nel mese di Gennaio 2023 Il Generale dichiara che la lotta alla Mafia è terminata con l’arresto di Toto Rina .

“La morte di Cosa Nostra”. Non usa mezzi termini Mario Mori, ex comandante del Ros e direttore del SISDE, per commentare l’arresto di Matteo Messina Denaro “Oggi è una giornata storica. Cosa Nostra, come organizzazione criminale, come struttura operativa, muore oggi, 16 gennaio 2023. Trent’anni e un giorno dall’arresto di Totò Riina. Lui, di quella tradizione criminale, è l’ultimo interprete. Diciamo pure l’ultimo epigono”.

L’assoluzione per favoreggiamento per ritardata perquisizione del covo di Riina

“Un ritardo nella perquisizione del nascondiglio del noto boss Salvatore Riina ha portato alla citazione in giudizio di Mori e Sergio De Caprio da parte della Procura di Palermo. L’accusa era di favoreggiamento a Cosa Nostra, ma entrambi sono stati successivamente prosciolti.

L’indagine iniziò per far luce sugli eventi che portarono al ritardo nell’ispezione del rifugio di Riina. Dopo l’arresto del boss, i carabinieri locali di Palermo erano pronti per l’ispezione. Tuttavia, Ultimo e il ROS, con l’obiettivo di continuare le indagini per individuare le reti criminali che supportavano Riina, al fine di smantellare completamente l’organizzazione, chiesero che l’azione fosse sospesa per “esigenze investigative”. Questa sospensione fu concesso dalla Procura, a condizione, come sottolineato dall’allora procuratore Caselli, che fosse garantita la sorveglianza dell’obiettivo.

Tuttavia, 18 giorni dopo, emerse che la sorveglianza era stata interrotta prematuramente dai Carabinieri, senza che la Procura ne fosse informata e prima che fosse effettuata qualsiasi perquisizione. Nel frattempo, il rifugio era stato abbandonato e svuotato dalla famiglia di Riina. De Caprio e Mori sostennero che ci fosse stato un equivoco nella comunicazione con la Procura, poiché non avevano specificato l’intenzione di mantenere una sorveglianza continua sul rifugio. Tuttavia, come evidenziato nelle motivazioni della sentenza del processo, era chiaro sin dall’inizio, sia ai carabinieri sia alla Procura, che non procedendo all’ispezione si stava assumendo un rischio investigativo, un rischio giustificato dal desiderio di raggiungere un obiettivo superiore.”

Cosi dichiara oggi Gasparri

“Bisognerà cominciare a denunciare per diffamazione coloro che continuano a criticare la sentenza di assoluzione di eroi della lotta alla mafia come Mori, Subranni e De Donno. Non è tollerabile che non si accetti una sentenza che dopo anni di ingiusta persecuzione ha assolto quelli che hanno arrestato Riina, che hanno colpito la mafia, che hanno messo in pratica gli insegnamenti e le indagini di Paolo Borsellino. È ora di finirla con questa descrizione falsa e bugiarda della realtà. E pertanto credo che si debba fare una denuncia di massa contro tutti coloro che, anche in queste ore, noti sconfitti della politica, continuano a non accettare una sentenza che ha affermato la verità. Semmai bisognerebbe chiedersi perché Di Matteo ed altri hanno formulato accuse che non avevano fondamento. Semmai bisognerebbe chiedere scusa ad eroi della lotta alla mafia, a campioni della legalità che invece di avere medaglie hanno subito ingiusti processi. Chi nega e contrasta quelle sentenze merita di essere denunciato e condannato. Perché in questo modo sostiene la parte sbagliata, quella che a parole vorrebbe combattere e che nella sostanza finisce per difendere”. Lo dichiara il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.

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