Marina Berlusconi : Mio padre è ancora perseguitato supporterò qualsiasi battaglia a tutela.

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“Marina Berlusconi sostiene la riforma della giustizia, dichiarando ‘Mio padre è ancora perseguitato’: supporta Tajani ma rifiuta l’idea di un ingresso in politica.”

In uno scenario politico tutt’altro che pacificato, il conflitto tra magistratura e politica in Italia rimane feroce e indomito. Nonostante il termine della controversa era di Berlusconi, sembra che il calore della caccia giudiziaria non si sia affievolito, alimentando invece accuse ancor più esorbitanti come quella di mafiosità, secondo la Procura di Firenze.

Questa apparente spirale di conflitti giudiziari che persiste nel tempo si rivela come un gioco kafkiano che imprigiona il paese in un ciclo perpetuo di accusa e contrattacco, rendendo qualsiasi tentativo di riforma un campo di battaglia polarizzato.

Certamente, è compito delle istituzioni politiche affrontare questi problemi profondi rispettando i principi costituzionali. Tuttavia, emerge una condanna al clima di “persecuzione” percepito, evidente nella storia di Berlusconi, la cui eredità continua a essere bersaglio di attacchi, nonostante la sua morte.

Questo è l’emblema di un sistema giudiziario in preda a patologie profonde, con una frazione della magistratura trasformata in una casta intoccabile e politicizzata. L’accusa diventa una freccia avvelenata pronta a colpire gli avversari, mentre il ruolo dei pubblici ministeri viene stravolto: anziché cercare la verità, sembrano adattare la realtà dei fatti per corroborare teoremi preconfezionati, a prescindere dalla loro fondatezza.

Questo processo subdolo di “condanna mediatica” avviene con la complicità di certi media che pubblicano documenti dell’accusa, spesso senza fare distinzione tra ipotesi e fatti. Risultato: un clima di ostilità che compromette l’integrità democratica del Paese, violando principi costituzionali fondamentali.

È un meccanismo perfido ma estremamente efficace che condanna le persone a una “fine pena mai”, persino oltre la vita, senza prove solide o sentenze definitive.

Marina Berlusconi esprime apertamente la sua amarezza e il suo impegno a proteggere l’eredità del padre, Silvio Berlusconi, in una manifestazione di devozione filiale e di fedeltà ai principi del padre. Secondo gli amici più intimi, “la scomparsa del padre l’ha resa più ‘Marina’, il che equivale a essere sempre più ‘Silvio'”, rappresentando la sua continuità con il Cavaliere.

Questo impegno, alimentato dal diligente lavoro di Gianni Letta e dalla profonda fiducia personale e politica dei Berlusconi in Antonio Tajani, si riflette pienamente in Forza Italia. La sua recente lettera pubblicata su “Il Giornale”, in cui difende il padre sostenendo che “certa magistratura continua a perseguitarlo” anche dopo la sua morte, risuona con il partito e i suoi leader, riconoscendo in essa la tenacia del Cavaliere.

Questa presa di posizione è in linea con gli sforzi di Tajani e del team di leadership di Forza Italia nell’affrontare la questione della giustizia. Tajani commenta: “La vicinanza di Marina al nuovo corso del partito è una cosa che ci onora e ci fortifica”. Anche se Marina non ambisce a un ruolo politico, si sta comunque ritagliando un ruolo pubblico come figlia e continuatrice dell’opera del padre. Questo è sottolineato anche dalle sue lettere di incoraggiamento inviate a Tajani in vista del consiglio nazionale di sabato scorso.

Giorgia Meloni, replica sulla lettera di Marina. Non è un soggetto politico’

“Con tutto il rispetto, non posso considerare Marina Berlusconi un soggetto della coalizione, nel senso che non è un soggetto politico”. Così, a Palermo, la premier Giorgia Meloni a margine del Comitato di Ordine e Sicurezza pubblica presso la Prefettura, a chi le chiedeva un commento in merito alla lettera di Marina Berlusconi.

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