“Siamo alle conseguenze perniciose della guerra dei 30 anni tra politica e magistratura, con la rottura dell’equilibrio tra i due poteri innescato all’inizio degli anni ’90. Una stagione che va chiusa, abolendo una legge degna della Ddr come la cosiddetta “spazza corrotti” che tiene il Parlamento al guinzaglio di altri poteri, tornando ad avere il legislatore libero e preservato da attacchi politici o persecutori di altri poteri dello Stato come pensava il Costituente nel 1948, e facendo una riforma della giustizia mettendo al centro i cittadini”. Lo dice Enrico Borghi, senatore del Pd e membro del Copasir, sul caso dossieraggi.
Per Borghi serve “il pieno, assoluto rispetto delle gerarchie costituzionali. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti sanciti. Ed è il Parlamento il luogo della sovranità popolare. Esiste il primato della politica sugli altri poteri, a garanzie delle libertà e dei diritti di tutti. E i poteri dello Stato devono rispettare questa gerarchia, che nasce dal voto popolare e si esercita in Parlamento. Chi pensa di sovvertirla è fuori dalla Costituzione”.
“Il dossieraggio è un’aberrazione che va combattuta con tutti gli strumenti giuridici a disposizione, e credo che su questo la risposta della Procura di Perugia sia stata e sarà veloce ed efficace”. Lo dice Chiara Colosimo, presidente dell’Antimafia e deputata di FdI, al ‘Giornale’ sul caso dossieraggi.
“Lo Stato è forte quando è in grado di mettere in campo gli strumenti necessari per difendersi da eventuali storture, come ha dimostrato di saper fare in questo caso il procuratore nazionale Giovanni Melillo. Trasparenza e verità, poi, sono i due principi fondamentali che accompagnano il mio modo di vedere e interpretare la politica. Credo che si debba ripartire da qui”, spiega.
“Dove c’è il potere di solito ci sono grandi pressioni e interessi. Forse a qualcuno farebbe comodo una politica debole, ma noi stiamo dimostrando con i fatti che nessuno di noi mai e poi mai si piegherà a ricatti o compromessi”, sottolinea tra l’altro Colosimo.
“Nel caso non abbiate capito come funzionava il giochetto dei dossieraggi è presto detto. A quanto si legge un politico qualsiasi (possibilmente leghista) faceva un bonifico perfettamente legale, l’operazione (come altre decine di migliaia) veniva segnalata all’UIF di Banca d’Italia. Chi aveva accesso alle segnalazioni le passava ai giornali”. Lo scrive su Twitter il senatore della Lega Claudio Borgho.
“Il giornalista (verme) confezionava un bel titolo di questo tenore: ‘Operazioni sospette di tizio, i passaggi di denaro nel mirino di banca d’Italia per riciclaggio’. I Torquemada della rete subito confezionavano meme con tizio vestito da carcerato e scritto sotto in grande: ‘Riciclaggio’. Reputazione distrutta irrimediabilmente e tanti saluti alla Democrazia e allo Stato di diritto. Facile no?”, aggiunge Borghi.