Nel 2020, la Corea del Nord si trovava in una situazione di profonda crisi, afflitta dalla pandemia, sanzioni internazionali e calamità naturali. In quel periodo, il leader nordcoreano Kim Jong-un si scusò pubblicamente davanti al popolo.
Tuttavia, la situazione è ben lontana dal migliorare, secondo le Nazioni Unite, e le testimonianze raccolte dalla BBC dipingono un quadro disperato delle condizioni nel paese.
Questa volta, Kim Jong-un ha cambiato tono nel suo discorso all’Assemblea Popolare Suprema, annunciando una modifica costituzionale significativa: l’introduzione nella Costituzione della politica di rafforzamento della potenza nucleare nordcoreana. Nel suo discorso, Kim ha celebrato i risultati ottenuti fino a oggi e ha definito la crescente cooperazione tra Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone come “la peggiore minaccia reale” per il suo paese.
Dopo una recente visita in Russia, Kim Jong-un si è sentito “rinvigorito” e ha dichiarato che la rivoluzione nordcoreana è entrata in una nuova era di progresso. Ha invitato il popolo a fare del 2023 un anno di “grande transizione e trasformazione” e ha vantato miglioramenti nel tenore di vita e una crescita economica in tutti i settori, dall’agricoltura alle infrastrutture.
Tuttavia, il punto cruciale di questa modifica costituzionale è il “rafforzamento delle capacità di difesa nazionale e della deterrenza nucleare”. Kim sostiene che solo potenziando il proprio arsenale nucleare, la Corea del Nord potrà garantire il suo diritto alla sopravvivenza e allo sviluppo. Questo cambiamento costituzionale aggiunge un tassello al percorso del paese verso la posizione di potenza nucleare e invia un messaggio inequivocabile agli Stati Uniti e ai loro alleati: la denuclearizzazione non è più in discussione.
Questa decisione è stata approvata dall’Assemblea Suprema del Popolo nordcoreano ed è stata definita da Kim Jong-un un “evento storico” che rafforza la capacità di difesa nazionale e protegge gli interessi del paese. Si tratta dell’ultimo passo di una serie di modifiche costituzionali, culminate nell’anno precedente con la dichiarazione della Corea del Nord come “stato dotato di armi nucleari” in modo “irreversibile”.
In realtà, dal 2012, la Corea del Nord ha dichiarato il suo status di nazione nuclearizzata in vari documenti ufficiali, incluso nella Costituzione. Lo scorso settembre, la legge sulla politica nucleare del 2013 è stata aggiornata per consentire l’uso preventivo delle armi nucleari in un’ampia gamma di scenari, inclusi i fallimenti della strategia di deterrenza.
Kim Jong-un ha sempre sostenuto che non ci sarebbe stata alcuna denuclearizzazione e questa nuova legge sembra chiudere definitivamente la porta a qualsiasi negoziato.
Il leader nordcoreano ha sottolineato la necessità di scoraggiare le “provocazioni” militari statunitensi e ha affermato che il paese deve continuare a “rafforzare ulteriormente la nostra forza nucleare”.
L’ultimo test nucleare della Corea del Nord risale al 2017, quando le tensioni con gli Stati Uniti erano alle stelle, con il presidente Donald Trump che minacciava “fuoco e furia” in risposta alle provocazioni nordcoreane. I test si sono fermati nel 2018 quando Trump e Kim si sono incontrati, ma le trattative sono poi andate in stallo, e nel 2022 il paese ha ripreso i test missilistici e mostrato attività nei siti di test nucleari.
Gli Stati Uniti, la Corea del Sud e il Giappone hanno annunciato esercitazioni militari e un nuovo vertice trilaterale, segnando una “nuova era di cooperazione”, secondo il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Pyongyang ha condannato fortemente questo sviluppo.
In sintesi, la Corea del Nord sta rafforzando la sua posizione nucleare, mettendo a repentaglio la stabilità nella regione e rendendo più difficile qualsiasi tentativo di negoziato sulla denuclearizzazione. Le implicazioni di questa mossa saranno oggetto di attenta osservazione a livello globale.