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“Polemiche e Tensioni: Meloni Basita dalla Sentenza del Giudice di Catania, l’ANM Difende l’Operato Giudiziario”

Il rapporto tra potere esecutivo e giudiziario “va stabilito diversamente” dicono i giudici dopo le critiche rivolte alla giudice che...

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Il rapporto tra potere esecutivo e giudiziario “va stabilito diversamente” dicono i giudici dopo le critiche rivolte alla giudice che non ha convalidato i trattenimenti di tre migranti.

Il rapporto tra potere esecutivo e giudiziario “va stabilito diversamente” dicono i giudici dopo le critiche rivolte alla giudice che non ha convalidato i trattenimenti di tre migranti. Intanto Piantedosi annuncia che impugnerà la decisione.

Nel cuore di una controversia che scuote le fondamenta del sistema giudiziario italiano, il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) di Catania, Alessandro Rizzo, ha espresso una posizione ferma e rigorosa a tutela della giudice Iolanda Apostolico, difendendola dalle accuse sollevate dopo che ha respinto la convalida dei trattenimenti di tre migranti.

Mentre il Ministro dell’Interno, Piantedosi, ha annunciato l’intenzione di impugnare la decisione del tribunale catanese, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha reagito con veemenza attraverso i suoi canali social. Meloni ha dichiarato di essere rimasta basita davanti alla sentenza del giudice di Catania e ha criticato aspramente le motivazioni addotte per la liberazione di un immigrato illegale.

“Sono rimasta basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania, che con motivazioni incredibili (‘le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d’oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attività’) rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto”, ha scritto Meloni.

Meloni ha anche sottolineato che il governo italiano sta affrontando una pressione migratoria senza precedenti, dovuta all’instabilità in vaste aree dell’Africa e del Medio Oriente. Ha affermato che il governo sta lavorando con serietà ad ogni livello, coinvolgendo altri stati europei e stringendo accordi con i paesi africani per fermare le partenze dei barconi e combattere il traffico di esseri umani. Meloni ha anche difeso la necessità di norme di buon senso per facilitare le espulsioni di coloro che non hanno diritto di essere accolti in Italia.

D’altra parte, la giudice Iolanda Apostolico ha cercato di mantenere una posizione neutrale rispetto alle polemiche. Ha dichiarato all’ANSA:Non voglio entrare nella polemica, né nel merito della vicenda. Il mio provvedimento è impugnabile con ricorso per Cassazione, non devo stare a difenderlo. Non rientra nei miei compiti. E poi non si deve trasformare una questione giuridica in una vicenda personale”.

Le tensioni si sono ulteriormente acuite quando alcuni post della giudice di Catania sono finiti nel mirino di politici della maggioranza. Eugenio Albamonte, ex presidente dell’ANM ed ex segretario di Area Democratica per la Giustizia, ha condannato queste azioni, definendole un’invadenza indegna nella vita personale dei giudici e una chiara involuzione nel rispetto del ruolo della magistratura.

Un governo che si professa garantista, che parla di privacy, che vuole tre giudici e non uno per decidere della libertà personale, poi non si rende conto che questa norma che introduce la cauzione per i migranti non è né liberale né garantista”, ha dichiarato Albamonte. Ha anche sottolineato che, secondo l’insegnamento della Consulta, la normativa comunitaria è direttamente applicabile quando entra in contrasto con le norme nazionali, e in tal caso prevale la normativa europea, come è avvenuto in questo caso.

La sentenza del giudice di Catania ha scatenato un acceso dibattito sulla separazione dei poteri e sul ruolo della magistratura nel contesto delle politiche migratorie italiane. Mentre il governo e l’ANM difendono rispettivamente le loro posizioni, la questione rimane al centro dell’attenzione pubblica, alimentando un acceso confronto sulle decisioni giudiziarie e sulla loro influenza sulle politiche nazionali.

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