La Satira in lutto per una Perdita Incolmabile.
Il mondo della satira e del giornalismo italiano è in lutto per la scomparsa di Sergio Staino, noto vignettista e ex direttore del quotidiano “L’Unità”. Staino, da tempo malato, si è spento a Firenze, la città in cui ha trascorso gli ultimi momenti della sua vita. Cresciuto a Piancastagnaio, in provincia di Siena, Staino aveva una carriera eclettica, iniziata dopo la laurea in architettura.
La sua professione è principalmente legata a “L’Unità”, ma la sua penna affilata ha contribuito anche a “Il Messaggero” e ad altri progetti significativi. Nel 1986, ha fondato e diretto il settimanale satirico “Tango” e ha creato il programma televisivo “Teletango” per Rai3 nel 1987. La sua carriera televisiva ha incluso anche la conduzione di “Cielito Lindo”, un varietà satirico con Claudio Bisio e Athina Cenci. Nel 1989, ha diretto e sceneggiato il film “Cavalli si nasce” e nel 1992 ha lavorato a “Non chiamarmi Omar”, basato su un racconto di Altan, anch’esso un noto fumettista e vignettista. Nel 2007, Staino ha creato “Emme, periodico di filosofia da ridere e politica da piangere,” un supplemento settimanale de “L’Unità”. La sua versatilità artistica ha continuato a fiorire attraverso le collaborazioni in televisione, cinema e teatro.
Matteo Renzi, ex primo ministro italiano, ha ricordato Staino come “una persona autentica con cui confrontarsi e discutere”. Nel 2016, durante il suo mandato come premier e segretario del Partito Democratico, Renzi aveva affidato a Staino la direzione de “L’Unità,” in affiancamento ad Andrea Romano. Staino ha guidato il giornale per circa un anno, dimettendosi nell’aprile del 2017 e tornando come direttore il mese successivo, mantenendo l’incarico fino alla chiusura del giornale il 2 giugno 2017. Dopo la chiusura de “L’Unità,” Staino ha continuato a contribuire con le sue opere a “La Stampa” e “L’Avvenire”.
La notizia della sua morte ha scatenato numerose reazioni nella politica e nel mondo della cultura. Carlo Calenda, leader di Azione, ha ricordato Staino come un grande artista e una persona buona e profonda, mentre Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha sottolineato il ruolo cruciale di Staino nell’immaginario della sinistra italiana.
Piero Fassino, già segretario dei Democratici di sinistra e deputato del Partito Democratico, ha evidenziato come il personaggio Bobo, creato da Staino, abbia rappresentato i sentimenti e le speranze della sinistra italiana. La sua arte satirica è stata un punto di riferimento fondamentale per la sinistra progressista.
Sergio Staino ha lasciato un’eredità duratura nel mondo della satira e del giornalismo. Il suo personaggio “Bobo” è diventato un’icona della cultura politica italiana, rappresentando la voce della sinistra disillusa ma determinata. La sua capacità di far riflettere attraverso la satira resterà un ricordo indelebile.
La Toscana, sua terra d’origine, lo ha commemorato con affetto. Il presidente della regione, Eugenio Giani, ha elogiato Staino come un grande toscano che ha coinvolto, divertito e fatto riflettere attraverso le sue vignette. La sua figura rimarrà insostituibile nell’ambito della satira e in tutti coloro che sono stati influenzati dalla sua arte.
Infine, il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha espresso le condoglianze a nome della città e ha ricordato Staino come un uomo che sembrava immortale grazie alla sua immensa creatività. La sua eredità artistica e intellettuale continuerà a vivere attraverso le sue opere e nel cuore di coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo. Sergio Staino sarà profondamente mancato, ma il suo spirito resterà vivo attraverso le pagine dei suoi fumetti e nella memoria di chi ha amato il suo lavoro.