Trattativa Stato-mafia, la Cassazione conferma l’assoluzione di Mori, Subranni, De Donno e Dell’Utri
La Corte di Cassazione ha confermato l’assoluzione per gli ex ufficiali del Ros e l’ex parlamentare implicati nel controverso processo sulla presunta trattativa Stato-mafia. Nel dettagliato verdetto numero 45506, la Suprema Corte critica aspramente la Corte di Assise di Appello di Palermo per il suo approccio nell’esame delle prove, accusandola di aver “invertito i poli del ragionamento indiziario”. Gli ‘ermellini’ hanno evidenziato come non sia possibile scartare ipotesi alternative in assenza di una certezza indiziaria concreta.
In particolare, la Cassazione ha sottolineato che l’eliminazione di spiegazioni concorrenti non può colmare la mancanza di una prova positiva irrefutabile del fatto in esame. La Suprema Corte ha inoltre messo in luce come la Corte di Appello non abbia seguito il principio cardine dell’oltre ogni ragionevole dubbio, fondamentale nel metodo di accertamento del fatto storico.
Il dibattito si è concentrato sulle informazioni riservate che avrebbero potuto influenzare il corso degli eventi, con la Corte di Cassazione che ha rilevato l’esistenza di conoscenze sulla spaccatura interna di Cosa Nostra non solo da parte degli imputati ma anche da fonti investigativi qualificate e persino dal Presidente della Repubblica e da Paolo Borsellino.
Nonostante l’ammirazione per lo zelo istruttorio dei giudici di merito, la Cassazione ha ribadito che il processo penale deve attenersi strettamente ai fatti dell’imputazione e svolgersi nel rispetto delle regole epistemologiche costituzionali e codicistiche, soprattutto quella dell’oltre ogni ragionevole dubbio.