Lorenzo Calligaris: Intelligenza Artificiale e Robotica attraverso gli occhi di un giovane talento.

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Intervista a Lorenzo Calligaris un giovane talento Italiano della American University di Dubai esperto emergente nell’intelligenza artificiale e domotica.

Parlami del tuo percorso accademico e di cosa ti ha motivato a studiare presso l’American University di Dubai. In particolare, cosa apprezzi di più nei tuoi studi in intelligenza artificiale e robotica?

Ho scelto di frequentare l’American University di Dubai perché offriva un percorso formativo unico nel suo genere, con laurea ingegneria, che si concentra sull’esperienza pratica e sulla collaborazione diretta con aziende locali e internazionali. Questa prospettiva mi ha ispirato, poiché ho sempre creduto che il potenziale dell’istruzione si manifesti appieno attraverso l’applicazione pratica delle conoscenze acquisite. Ciò che apprezzo di più nei miei studi è la possibilità di utilizzare le mie competenze per ideare soluzioni tangibili a problemi reali. La sfida di applicare la teoria a scenari concreti mi motiva costantemente a cercare approcci innovativi e praticabili per contribuire al progresso nel campo.

La tua carriera scolastica è stata notevole, con la vittoria di numerosi premi fin da giovane. Qual è stato il momento più gratificante per te fino ad ora?

Ogni premio che ho ricevuto rappresenta un capitolo significativo della mia esperienza, ognuno con la sua storia e i suoi bei ricordi. Senza dubbio, la menzione nel registro italiano delle eccellenze per meriti accademici è stato estremamente gratificante. Tuttavia, la soddisfazione personale più profonda l’ho ottenuta vincendo la competizione “Future Disruptors” al tech show GITEX di Dubai, organizzato da Software AG. Questo momento è stato speciale perché mi ha offerto l’opportunità di lavorare autonomamente su un progetto di dimensioni notevoli, guadagnandomi poi il riconoscimento da parte di alcuni dei più autorevoli esperti internazionali nel settore.

Quindi parliamo del tuo interesse per la robotica. L’ultimo premio che hai vinto riguardava la costruzione di un robot. Puoi condividere alcuni dettagli sul progetto e su come hai affrontato questa sfida?

Certamente. Il mio ultimo progetto si è concentrato sulla progettazione di un robot con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita e la salute dei minatori, una categoria di lavoratori con un’aspettativa di vita spesso ridotta. Il robot è stato concepito per esplorare autonomamente le miniere, creando simultaneamente una mappa digitale e individuando la presenza di gas nocivi. La sfida più significativa che ho affrontato è stata la programmazione dell’algoritmo di intelligenza artificiale che consente al robot di operare in completa autonomia, anche in aree della miniera completamente isolate e prive di accesso a Internet e isolate. Questo ha richiesto un approccio innovativo per garantire che il robot potesse muoversi con successo in ambienti ostili e svolgere le sue funzioni in modo efficace.

Essere così giovane e già specializzato in intelligenza artificiale è davvero impressionante. Quali sono le tue aspettative per il futuro in questo campo?

Grazie per il complimento. Guardando al futuro, credo che stiamo assistendo a un cambiamento di rotta significativo verso l’intelligenza artificiale, in modo simile a quanto accadde con Internet circa vent’anni fa. Ritengo che, se utilizzata in modo responsabile ed etico, l’intelligenza artificiale possa diventare uno strumento fondamentale per migliorare la vita delle persone. La mia aspirazione è essere parte attiva di questa trasformazione, contribuendo a guidare il settore nella direzione giusta. Il mio obiettivo è lavorare per garantire che l’intelligenza artificiale sia sviluppata e implementata nel rispetto dei valori umani, promuovendo soluzioni innovative e etiche che possano avere un impatto positivo sulla società.

Hai studiato in Italia prima di trasferirti a Dubai. Puoi descrivere le differenze nel sistema educativo e nelle opportunità di apprendimento che hai riscontrato tra i due luoghi?

La differenza principale che ho notato riguarda l’approccio all’educazione. In Italia, sembra che l’istruzione sia vista come un fine a sé stessa, con un focus sulla conoscenza teorica piuttosto che sull’applicazione pratica. A Dubai, ho trovato un approccio diametralmente opposto, con una costante attenzione a come le conoscenze acquisite possano essere applicate. Ad esempio, dopo un corso di intelligenza artificiale all’università, ho avuto l’opportunità di utilizzare quelle competenze in una competizione di programmazione organizzata dal MIT in collaborazione con il centro spaziale internazionale MBR. Il mio codice è stato utilizzato per controllare un robot sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Cosa consiglieresti a chi è appassionato di intelligenza artificiale e robotica e desidera intraprendere un percorso simile al tuo?

Il consiglio migliore che posso dare è di lanciarsi senza esitazioni, di provare e riprovare. Non c’è alcuna conoscenza appresa dai libri che possa eguagliare il valore dell’esperienza diretta.

Hai progetti futuri o obiettivi accademici che desideri condividere? C’è qualcosa di cui sei particolarmente entusiasta?

Intendo continuare i miei studi per diventare un punto di riferimento nel mio settore. Il mio obiettivo finale è lavorare nello sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale chiamati LLM. Attualmente, sto lavorando su un algoritmo di machine learning con l’obiettivo di pubblicare i risultati nelle riviste accademiche più importanti del settore.

Essendo in una posizione privilegiata nel campo dell’intelligenza artificiale, come pensi che questa tecnologia possa influenzare il nostro quotidiano e il mondo nel prossimo decennio?

Ci troviamo ad un bivio cruciale. La direzione che prenderemo nello sviluppo dell’intelligenza artificiale avrà un impatto enorme sul nostro futuro. Prevedo che, nel giro di pochi anni, l’intelligenza artificiale permeerà così profondamente la nostra vita quotidiana che faticheremo a ricordare come si viveva prima.

Mantenendo un legame con le tue radici italiane, ci sono elementi della cultura italiana che porti con te nella tua vita quotidiana o nel tuo percorso accademico a Dubai?

Una caratteristica importante della cultura italiana è l’intraprendenza e la volontà di mettersi in gioco. Questa filosofia è qualcosa che porto sempre con me, cercando di cogliere ogni opportunità che mi si presenta.

Come gestisci il bilanciamento tra gli impegni accademici e la tua passione per la robotica? Hai qualche consiglio per chi sta cercando di perseguire una carriera accademica simile?

Il mio impegno accademico si fonde con la passione perché gli studi che sto seguendo sono ciò che farei nel tempo libero, con passione,  se non stessi studiando. Si dice che chi fa il lavoro che ama non lavora un giorno della propria vita. Il mio consiglio è fare ciò che si ama.

Essendo un giovane talento nel campo dell’intelligenza artificiale, hai avuto opportunità di collaborare con aziende o partecipare a progetti di ricerca all’esterno dell’ambito accademico?

Sì, ho collaborato con diverse grandi aziende internazionali che operano anche negli Emirati Arabi. Ho lavorato con Software AG, un’azienda leader nel settore dell’IoT, che collabora strettamente con Google. Ho anche collaborato con il MBR Space Center per una competizione di programmazione organizzata dal MIT.

Puoi condividere un aneddoto o un momento divertente che hai vissuto durante i tuoi studi a Dubai o durante la costruzione di uno dei tuoi robot?

Passare dalla programmazione di software all’interazione con i robot ha creato situazioni divertenti. Una volta ho speso molto tempo alla ricerca di un bug nel mio codice che non faceva funzionare il robot: non era un bug, solo un cavo scollegato!

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