Tragico epilogo per Giulia Cecchettin.
Un epilogo drammatico per una vicenda che ha trattenuto il respiro dell’intera Italia per una settimana: il corpo recuperato stamattina nel Lago di Barcis è stato identificato come quello di Giulia Cecchettin. Il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, ha espresso il suo cordoglio sui social: “Sono vicino al papà di Giulia, alla sua famiglia, ai suoi amici e a coloro che le erano vicini. È anche un segno di supporto alla famiglia di Filippo Turetta, che in queste ore deve affrontare una realtà tragica. E una preghiera per Giulia, con tutto il cuore”.
“Abbiamo affermato sin dall’inizio che si trattava di un femminicidio. Siamo stanche di contare le donne uccise. Cosa stiamo facendo per arginare questo fenomeno? Nessuno si sta occupando di prevenzione. Non abbiamo bisogno di parole, ma di fatti”, ha commentato a caldo Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente dell’Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa, dopo il ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin nei pressi del Lago di Barcis.
I primi riscontri sul cadavere ritrovato sul posto confermano quasi con certezza che si tratti di Giulia Cecchettin.
La nazione è stata profondamente scossa da questa tragica scoperta, mentre la crisi dei femminicidi continua a gettare ombre sul tema della sicurezza delle donne. La storia di Giulia sottolinea l’urgente necessità di misure concrete e strategie proattive per evitare che incidenti così devastanti si ripetano.
Questo triste epilogo ha scatenato nuove richieste di azione, sottolineando la necessità di passi concreti e tangibili per affrontare e prevenire i femminicidi. Il destino di Giulia Cecchettin è un duro monito sulla necessità di un cambiamento sociale e di un approccio più vigile per proteggere la vita delle donne.