Il gruppo libanese Hezbollah ha intensificato gli attacchi contro Israele, rivendicando ben 21 nuovi raid.
Il gruppo libanese Hezbollah ha intensificato gli attacchi contro Israele, rivendicando ben 21 nuovi raid oggi, in risposta al recente attacco israeliano a Beit Yahoun, che ha causato la morte di cinque miliziani, tra cui il figlio del capogruppo parlamentare Hezbollah, Mohammad Raad. Il quotidiano libanese L’Orient Today sottolinea che si tratta di un “numero record” di attacchi da quando Hezbollah è entrato in gioco nel conflitto tra Israele e il gruppo palestinese Hamas l’8 ottobre scorso.
Questa mattina, Hezbollah ha dichiarato di aver lanciato 48 razzi, segnalando che è la prima volta che un tale numero viene lanciato in un’unica salva, mirando a obiettivi più profondi rispetto al confine libanese. Nel contempo, l’esercito israeliano ha riferito che circa 35 razzi sono stati lanciati dal Libano, con diversi di essi intercettati con successo.
La situazione umanitaria a Gaza è descritta come catastrofica da Oxfam, che segnala un collasso degli ospedali e del sistema sanitario. Neonati con meno di 3 mesi stanno morendo a causa di condizioni prevenibili come diarrea, ipotermia, disidratazione e infezioni. Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia, afferma che molte madri si trovano senza supporto medico, acqua, servizi igienici, riscaldamento e cibo. Anche se una pausa umanitaria di quattro giorni sarà mantenuta, non sarà sufficiente per far fronte alle esigenze della popolazione.
Juzoor, organizzazione partner di Oxfam, riporta una situazione drammatica nel nord di Gaza, con 500 donne incinte tra le 35.000 persone stipate in 13 rifugi privi di acqua potabile e servizi igienici. Le nascite premature sono aumentate del 25-30% a causa dello stress a cui sono sottoposte le donne, costrette a fuggire e camminare per lunghe distanze per sfuggire ai bombardamenti. La mancanza di attrezzature vitali e supporto medico mette a rischio la sopravvivenza dei bambini nati prematuri.
La maggior parte degli ospedali nel nord di Gaza non può fornire assistenza medica a causa degli attacchi in corso, aggravando una già elevata mortalità neonatale. Gli ospedali e i centri per sfollati sono privi di riscaldamento ed elettricità, rendendo la situazione ancora più disastrosa con l’arrivo dell’inverno.
La notizia positiva proviene dall’Egitto, con Diaa Rashwan, capo dell’ufficio stampa del governo egiziano, confermando che la tregua nella Striscia di Gaza inizierà alle 7 di domani mattina. L’Egitto ha ricevuto gli elenchi dei detenuti e dei prigionieri palestinesi e israeliani, con il rilascio di 13 ostaggi previsto nel pomeriggio, contro i 39 prigionieri palestinesi. L’Egitto invita entrambe le parti a impegnarsi nell’attuare l’accordo di tregua secondo quanto previsto.