Filippo Turetta ammette quanto dichiarato alla polizia tedesca.
In un repentino atto di rivelazione, Filippo Turetta ha confermato di aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin di fronte al giudice Benedetta Vitolo e al pm Andrea Petroni a Venezia. Le sue dichiarazioni spontanee, resesi questa mattina durante l’interrogatorio di garanzia nel carcere di Verona, sono state riportate dal suo difensore Giovanni Caruso.
Il giovane, che ha preferito il silenzio per gran parte dell’interrogatorio, ha scelto di confermare le ammissioni fatte alla polizia tedesca, svelando così i dettagli dell’atroce crimine. Il momento toccante è avvenuto quando, prima di lasciare la sala, Turetta ha pianto di fronte ai giudici, gettando luce su un dramma personale che ha scosso l’opinione pubblica.
Turetta, attualmente in detenzione dopo il suo rientro dalla Germania, dove era stato arrestato dalla polizia stradale tedesca, ha vissuto due notti dietro le sbarre. Già durante l’arresto in terra tedesca, aveva confessato: “Ho ammazzato la mia fidanzata… ho pensato più volte di farla finita”. Le sue dichiarazioni alla polizia tedesca, pur non avendo rilevanza giuridica in Italia, hanno comunque gettato luce sull’orrore del suo viaggio post-omicidio.
Nel corso dei prossimi giorni, insieme agli oggetti sequestrati, la Fiat Grande Punto nera utilizzata nella fuga sarà riportata in Italia per ulteriori analisi dei Carabinieri del Ris di Parma. Nel frattempo, il legale di fiducia della sorella della vittima, Elena Cecchettin, Nicodemo Gentile, ha dichiarato che l’omicidio di Giulia è “aggravato dallo stalking“.
Gentile sostiene che Turetta ha dimostrato di essere un molestatore assillante, descrivendo il suo comportamento come caratterizzato da “fame di possesso” nei confronti di Giulia. Un assedio psicologico, con azioni moleste e controlli ossessivi, che ha portato alla tragica conclusione dell’omicidio, alimentato dalla sua volontà persecutoria. Il legale lancia così un forte accorato appello alla giustizia, evidenziando il lato oscuro di questa storia di violenza e possessività.