E’ accaduto talvolta che il centrodestra abbia perso le elezioni a causa del voto cattolico, o democristiano, fate voi. Fu il tempo dell’Ulivo.
Prodi vinse due volte, a dieci anni di distanza, perché i democristiani risposero al richiamo della foresta di una coalizione guidata da uno di loro. Vi chiedete perché rievoco queste cose nel tempo di Meloni e Schlein, di destra e sinistra senza centro. Scrivo queste cose perché la settimana scorsa Pierluigi Castagnetti ha riunito in seminario gli ultimi popolari, adunanza non meno tristanzuola delle mie riunioni con gli ultimi democristiani. E così come io rilancio la mia fede nel bipolarismo, e la mia idea di una Dc seme di una evoluzione popolare del centrodestra, così il bravo Pierluigi ha ribadito le regole di ingaggio dei popolari nel Pd: vuole un nuovo Ulivo, Castagnetti, e lo ha detto a chiare lettere”. Così nel suo blog Gianfranco Rotondi, presidente della ‘Dc con Rotondi’, commenta il cantiere popolare aperto a sinistra da Pierluigi Castagnetti.
Non sottovaluto affatto -spiega- la suggestione di Castagnetti: l’uomo sarà datato, ancora più di me, ma è intelligente e conosce gli italiani: sa che dei governi si esaltano e si disamorano alla velocità della luce, e in questa prospettiva l’ex segretario popolare starà distillando qualche diavoleria nel suo laboratorio di piccolo chimico politico di Reggio Emilia. Alla mia amica Giorgia Meloni consiglio di osservare meglio e di più il fronte cattolico e popolare. Il governo sta facendo benissimo, e il merito è quasi interamente del talento della giovane donna su cui abbiamo puntato le ultime fiches democristiane. Bisogna proseguire con decisione il cammino politico che deve accompagnare il governo”.
L’evocazione dell’Ulivo a sinistra significa la proposta di una moratoria delle distinzioni, di nuovi campi larghissimi, e di una leadership unificante alla Romano Prodi. Questo scenario si decompone solo radicando fortemente il governo in un’area che sia conservatrice ma anche popolare. Qualcuno magari a destra non vorrà morire democristiano, ma il consiglio dell’ultimo dc è schietto: se dovete morire democristiani, è meglio farlo rimanendo al governo piuttosto che all’opposizione di qualche Prodi con la metà degli anni di Romano ”, conclude Rotondi.