Dipendenza affettiva, quando un amore diventa tossico. Intervista alla Dottoressa Martina Truppo

L’amore può scatenare forme di relazione non funzionali spesso basate su una forma di dipendenza affettiva che a lungo andare tende a soffocare e a non consentire al partner di sentirsi libero e autonomo.

Sia per chi soffre di dipendenza affettiva, ma anche per chi la subisce, non è assolutamente semplice condurre una vita serena. La chiamano anche love addiction ma non è una vera e propria patologia. Di fatti non è presente nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei disurbi mentali) ma può scatenare una serie di comportamenti disfunzionali all’interno della coppia come la mania di controllo nei confronti del partner, la costante insoddisfazione, la sensazione di vuoto e il senso di inutilità se il partner non è presente. Caratterizza molte relazioni definite “tossiche”.

I dipendenti affettivi tendono a mettere al centro del proprio universo la persona amata, desiderando di diventare per essa indispensabili e dedicandosi a lei con assoluta dedizione.  Per fare chiarezza su questa forma di dipendenza che rende un amore altamente tossico ne parliamo con la Dottoressa Martina Truppo, Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico-Relazionale e Team Leader di Unobravo

Dottoressa Truppo, come ama un dipendente affettivo?

Chi soffre di una dipendenza affettiva ama in modo totalizzante e inglobante. Non esiste altro che la persona amata, attorno alla quale ruotano desideri e bisogni. L’io si fa da parte, in alcuni casi si annulla, per lasciare spazio al partner che diventa il centro delle giornate.  La love addiction è infatti un comportamento disfunzionale che spinge il dipendente affettivo a instaurare un attaccamento morboso verso una persona, desiderando di diventare per essa indispensabili e dedicandosi a lei con assoluta dedizione. Così, anche un piccolo o breve allontanamento, viene vissuto come rischio di essere abbandonati. Come in altre forme di dipendenza patologica, anche nella dipendenza affettiva osserviamo un’alterazione del comportamento della persona, volto all’estenuante tentativo di tenere sotto controllo emozioni considerate intollerabili come tristezza e ansia, che scaturiscono dalla paura di essere abbandonati dall’altro.

Chi sono le persone più a rischio di questa forma di dipendenza?

È bene dire che nessuno è immune da una dipendenza affettiva, ma è possibile individuare dei fattori di rischio nelle esperienze vissute nella famiglia di origine. 

In particolare, stili di attaccamento evitante o ambivalente sono caratterizzati da figure genitoriali molto apprensive, che non hanno lasciato al bambino spazio di esplorazione del mondo oppure che hanno assunto un atteggiamento di accettazione condizionata, per cui il bambino ha imparato ad adattarsi alle richieste esterne per ricevere l’amore, l’attenzione o l’approvazione degli adulti di riferimento. Questo può generare un modello relazionale che da adulti potrà sfociare in dipendenza affettiva.

E nella sfera sessuale il dipendente affettivo come si comporta?

Nella dipendenza affettiva, il sesso rappresenta il mezzo che lega, che consente di sentire e sperimentare potere. La sessualità assume un ruolo centrale nell’abbassare il livello di tensione e creare l’illusione di un legame esclusivo, dove le richieste dell’altro sono scambiate per promesse d’amore. Il corpo è lo strumento attraverso cui il dipendente affettivo offre tutto sé stesso per vedere nella soddisfazione del piacere altrui, il suo più grande sogno compiuto.

C’è una differenza tra dipendenza affettiva e dipendenza sessuale? Possono coincidere?

La dipendenza sessuale e la dipendenza affettiva sono entrambi disturbi dell’intimità emotiva con base ossessiva, ma vi sono delle differenze.  Nella dipendenza sessuale troviamo una relazione patologica con il sesso, attraverso la quale la persona si rifugia nella ricerca di un piacere che possa alleviare lo stress, permettere di fuggire dai sentimenti negativi o dolorosi, dalle relazioni intime che non è capace di gestire. Chi presenta questo tipo di dipendenza percepisce come un impulso sessuale irrefrenabile.

Nella dipendenza affettiva il focus è rivolto alla persona e alla relazione, di cui il sesso è solo una parte che talvolta potrebbe risultare problematico all’interno della coppia. Tuttavia è possibile che le due dipendenze di sovrappongono.

Cosa succede quando il dipendente affettivo viene lasciato?

Quando la relazione si interrompe, il dipendente affettivo sente il mondo crollargli addosso. Le rotture sono vissute come tragiche, si apre una voragine interiore dove nulla ha più senso e ci si sente senza speranza e senza obiettivi. Si fanno i conti con un enorme vuoto emotivo che il dipendente affettivo tenterà di colmare in tutti i modi, alcuni proveranno a recuperare il rapporto fino allo stremo, mentre altri si getteranno in nuove avventure per provare a risolvere la mancanza.

Come uscire dalla dipendenza affettiva?

Uscire dalla dipendenza affettiva è possibile ma è un processo che richiede tempo e pazienza. I primi passi riguardano il riconoscimento della propria dipendenza, la presa di coscienza delle conseguenze che essa ha prodotto e potrebbe produrre in futuro e la volontà di intraprendere un processo di cambiamento per imparare come non dipendere emotivamente dagli altri.

Il percorso terapeutico si focalizza principalmente su tre aspetti: la ristrutturazione delle credenze disfunzionali in relazione al proprio valore e amabilità, la gestione delle emozioni connesse alla paura della solitudine, del rifiuto e dell’abbandono e lo sviluppo dell’assertività, promuovendo la capacità di esprimere bisogni ed emozioni al fine di costruire un senso di autonomia e riuscire a liberarsi delle trappole della manipolazione.

Quali sono i rischi di una dipendenza affettiva sottovalutata?

Chi soffre di dipendenza affettiva tende a trascurare i propri bisogni, i progetti e le attività personali in favore dei desideri e del consenso altrui. Vi è una tendenza a sottomettersi ed essere manipolati con estrema facilità dal partner, sperimentando un profondo senso di insoddisfazione e frustrazione.

Spesso gran parte del tempo viene impiegato per controllare il partner da cui dipendono, con possibilità d’insorgenza di una gelosia paranoide. La dipendenza affettiva può assumere una gravità estremamente preoccupante quando diventa talmente morbosa da essere anche violenta. In questi casi, un eventuale tradimento del partner o la decisione unilaterale di interrompere la relazione, potrebbe provocare reazioni come depressione grave (con rischio di suicidio e disturbi alimentari), comportamenti persecutori e violenti nei confronti della persona amata, fino a maltrattamenti ed aggressioni verbali e fisiche.

Quando e in che misura un percorso di psicoterapia può essere d’aiuto?

Per la cura della dipendenza affettiva, la terapia psicologica può essere un valido aiuto. Numerose testimonianze sottolineano l’importanza cruciale della psicoterapia nel processo di superamento della dipendenza affettiva. Questo percorso terapeutico si rivela fondamentale per imparare a distinguere l’amore dalla dipendenza affettiva e poter, così, trovare un nuovo equilibrio emotivo. La psicoterapia agisce efficacemente anche sul meccanismo psicologico che porta coloro che soffrono di dipendenza affettiva a credere di non poter stare senza una persona specifica, promuovendo nel contempo una significativa crescita dell’autostima. Col supporto del terapeuta è possibile imparare ad affrontare e uscire da un rapporto di dipendenza affettiva o da quello con un dipendente affettivo.

Come già detto, uscire dalla dipendenza affettiva non è semplice e richiede tempo e perseveranza ma con l’aiuto di un professionista è possibile mitigare gli effetti della separazione e lavorare sulla propria autostima.

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