Il matrimonio come l’inizio di un capitolo tutto da scrivere. Intervista a Linda Maccarini

Quando si parla di matrimonio si commette spesso l’errore di ritenerlo solo un traguardo da raggiungere in cui regna il lieto fine.

In realtà questa tappa che molte coppie decidono di raggiungere non è altro che l’inizio di un nuovo capitolo della propria vita, tutto da vivere a pieno giorno per giorno in cui costruire qualcosa di significativo animati dal rispetto specifico, l’empatia e l’affetto autentico.

Ce lo dimostra “ Cento modi per sposarsi”, il nuovo romanzo della scrittrice Linda Maccarini, edito da Rossini. Un romanzo corale che ha come protagoniste delle giovani donne che apparentemente sembrano diverse ma che hanno in comune tanto soprattutto la data del loro matrimonio. Immerse nei preparativi di questo evento nel pieno della pandemia, in seguito a convivenze forzate, imprevisti, sorprese e incontri inaspettati  si ritroveranno a riflettere meglio su sé stesse e su quello che veramente desiderano nella loro vita mettendo in discussione persino il matrimonio, la cui data si fa sempre più imminente.

Ambientato in una Londra dal tocco glamour e multisfaccettato, Linda Maccarini ci immerge in questa storia divertente e al tempo stesso fonte di spunti di riflessione sull’amore e sul valore del matrimonio, in un’epoca come quella odierna in cui i rapporti sentimentali sono sempre più fluidi e dilaga l’egocentrismo.

Il lettore si immergerà in questo mondo multisfaccettao del matrimonio apprendendo che al giorno d’oggi ci sono tanti modi per sposarsi ma ciò che conta davvero è essere coerenti con sé stessi e perseguire ciò che ci fa star davvero bene e che apporta davvero valore e benessere alla coppia. La scrittura della Maccarini è coinvolgente come i suoi personaggi ben delineati psicologicamente ai quali non si può proprio fare a meno di affezionarsi considerandoli dei veri e propri amici, immedesimandosi a pieno in essi.

Sarò molto difficile per il lettore distaccarsene. Mentre si legge il libro lo si immagina come se fosse un film. Di com’è nata l’idea di questo progetto creativo, di matrimonio e di rapporti sentimentali duraturi conversiamo in questa intervista con Linda Maccarini.

Linda, com’è nata l’idea di scrivere questo romanzo corale che affronta la tematica del matrimonio?

Ho sempre pensato che prima o poi avrei scritto un libro sul matrimonio, e nel corso dell’anno 2020 l’idea si è concretizzata. La verità è che troppo spesso si tende a pensare che il matrimonio sia l’unico giorno perfetto e felice nella vita di una donna, o addirittura una tappa obbligata. La perfezione di questo giorno deve obbligatoriamente rispecchiarsi nella cura dei dettagli, nell’apparenza, nella perfezione della cerimonia e della festa che ne segue, e tutto questo tende a oscurare l’essenza. In un mondo in cui la forma è spesso considerata più importante del contenuto, credo che il 2020 ci abbia almeno permesso di tornare per un momento alle radici, facendoci riflettere su ciò che è veramente essenziale e, nel caso specifico del matrimonio, sull’importanza della quotidianità e dei giorni che seguono più che del giorno in sé.

Come mai la scelta di ambientare il tuo romanzo proprio in una delle città più glamour come Londra?

Sono molto legata a Londra. Nel 2010 ho vissuto in questa città per alcuni mesi e, ogni giorno, prendevo la metro da Ealing Broadway, il quartiere in cui vivevo, verso Bond Street, dove lavoravo. Ogni giorno passavo di fronte alla chiesa polacca di Parafia Ealing, ogni tanto entravo e osservavo la grande fede con cui tanti giovani della comunità si riunivano e pregavano. Mi sono quindi immaginata le tre protagoniste in questo contesto. L’eccentrica Tiffany che rispecchia la parte più glamour di Londra, ma anche quella più eccessiva. La timida e insicura Mary Jane che, rifiutata dalla madre, combatte con il suo peso e il desiderio costante di essere accettata dal mondo. La polacca naturalizzata inglese Andrea che, in costante contrasto con sé stessa, è ancora prigioniera della tradizione sebbene conduca ormai da anni una vita tutt’altro che tradizionale. Infine, la wedding planner Ilary, simbolo della donna moderna emancipata senza legami e vincoli, per cui la libertà personale è sopra ogni altra cosa. Londra, che adoro, mi è sembrato un luogo idoneo dove poter ambientare e intrecciare le vite di donne così diverse e, allo stesso tempo, così vicine.

Grazie al tuo romanzo ci catapulti in un universo multisfaccettato, quello della preparazione e organizzazione di un matrimonio. Ma è proprio vero come sostiene Aron, uno dei personaggi del tuo romanzo che oggi ci sono cento modi per sposarsi?

Assolutamente sì. Esistono cento modi per sposarsi e, allo stesso modo, cento, mille modi diversi per vivere la propria vita. L’unica cosa fondamentale è vivere e agire come vogliamo noi, guidati dal nostro cuore, non come vogliono gli altri. Vivere la vita che desideriamo, senza imposizioni esterne o senza seguire per forza schemi precostituiti, anche se questo a volte significa lottare. Quello che conta è guardarsi allo specchio e riconoscersi in quello specchio, anche tra mille anni.

E i sentimenti che ruolo hanno in questo mondo multisfaccettato? È ancora possibile credere nel matrimonio in questa epoca in cui i rapporti umani sono sempre così fluidi e individualisti?

L’autenticità dei sentimenti, al di là di ogni apparenza, ha un ruolo fondamentale. Senza autenticità qualsiasi rapporto, matrimoniale o non, prima o poi crolla.

Una parte del tuo romanzo si svolge durante il periodo della pandemia e del lockdown. Come testimonia il tuo romanzo quanto e in che misura questo periodo ci ha cambiato nei confronti delle relazioni umane e sentimentali?

Come ho detto prima, tra le tante cose negative la pandemia e il lockdown ci hanno almeno spinto a riflettere sull’essenza delle cose, al di là della forma e delle apparenze.

Secondo te esiste “il segreto” di un rapporto sentimentale duraturo?

Non so se sia il “segreto” di un rapporto duraturo, ma credo che sia fondamentale essere ed esistere, indipendentemente dall’altro. Conservare la propria libertà e il proprio modo di essere, anche all’interno di un rapporto. Ovviamente è importante il rispetto reciproco, ma il rispetto è anche e soprattutto riconoscere dove finisce la propria libertà e dove inizia quella della persona che ci sta accanto.

C’è un personaggio di Cento modi di sposarsi al quale sei particolarmente legata e perché?

In qualche modo sono legata a tutte e tre le protagoniste del libro ma forse un po’ di più ad Andrea. Credo che il suo personaggio possa essere d’ispirazione a molte giovani donne. Crescere implica liberarsi dal giudizio degli altri, da schemi precostituiti e agire seguendo il proprio cuore.  E poi stimo molto Ilary, la wedding planner. Il suo discorso sul matrimonio l’ho scritto con molta energia e convinzione.

A chi consigli la lettura di Cento modo per sposarsi?

Credo che questo libro sia indicato per qualsiasi persona, non solo donne ma anche uomini. Credo che le figure maschili all’interno del romanzo possano dare molti spunti di riflessione, tanto quanto quelle femminili. E poi consiglio di leggere questo libro a chiunque voglia passare qualche ora di leggerezza. Non è un libro banale, ma ho riso molto mentre lo scrivevo.

Progetti futuri…

Sto già scrivendo il mio nuovo libro. Una protagonista femminile, tante figure femminili e maschili che hanno molto da dire, amicizia e amore… e molto altro alla base di tutto questo.

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