La convivenza con un gatto può contribuire a cambiare la nostra esistenza per indurci a riflettere su aspetti e dinamiche che molte volte diamo per scontato.
Lo testimonia la scrittrice Federica Bosco con il suo nuovo romanzo “Il mio gatto mi detesta” edito da Newton Compton. Un libro molto divertente che trasuda umorismo e autoironia e che sarà molto amato dagli amanti dei gatti e non solo. La particolarità che colpisce sin dalle prime pagine è che a narrare le vicende è proprio Sir Thomas, il Maine Coon della scrittrice che in una sorta di diario intimistico racconta gli aneddoti delle sue giornate, le vicende che accadono a Federica (che lui chiama l’Umana), le sue critiche sullo “strano mondo degli umani” comprese le loro abitudini, tendenze, difetti e peculiarità.
Un libro che vi farà sorridere e innamorare del mondo felino e che ci invita ad analizzare i nostri comportamenti sotto una nuova prospettiva. Sir Thomas ci invita a ridefinire le nostre esistenze e a dare importanza a ciò che davvero conta nella quotidianità e lo fa in una maniera inedita priva di filtri e maschere. Questo Maine Coon rimane impresso a lungo nel cuore dei lettori.
Di com’è nata l’idea di scrivere questo libro molto originale, di convivenza felina e di aneddoti interessanti legati alla vita con Sir Thomas ci racconta Federica Bosco in questa intervista.
Com’è nata l’idea di scrivere questo libro dal punto di vista del tuo gatto?
Ho cominciato scrivendo un post su Facebook dove raccontavo, dal suo punto di vista, tutte quelle cose che succedevano nella sua vita con me e che ovviamente lui doveva trovare assurde: come vestirsi per andare a letto, mettersi una crema in bocca e sputarla tutte le mattine, vivere con il telefono in mano, fare i bisogni seduti su una sedia di ceramica con l’acqua in fondo, appendere delle palle di plastica su un abete in casa, non riuscire a dormire in una scatola. Che a un essere così osservatore e curioso come un gatto davvero non possono avere un senso.
E queste storie sono piaciute molto perché i proprietari (o meglio i dipendenti dei gatti) si sono rivisti nelle stesse situazioni. Così ho raccontato i tre anni di convivenza, da quando l’ho preso con me, con i vari traslochi, le vacanze in posti incompatibili con la vita umana ma perfetti per lui, una tragicomica ristrutturazione di una casa dove anche lui si era accorto che mi stavano fregando, i mille veterinari che consulto per quanto sono ipocondriaca, e la sua insofferenza per il fatto che per lui sono troppo vecchia (“ho cercato di fare la conversione in anni felini e la calcolatrice mi ha segnato errore!”) ed è stato divertente ma anche liberatorio.
Gli Umani (come li definisce sir Thomas) sono davvero inferiori rispetto ai felini come ama ripetere nel suo diario?
Quando i gatti avranno il pollice opponibile saremo spacciati! Sono indipendenti, astuti, agili, bellissimi, intuitivi, fedeli, intelligenti, magici…ma hanno anche dei difetti!
Colpisce l’ironia con la quale Thomas racconta gli eventi che accadono alla sua Umana anche nelle situazioni più drammatiche. Che ruolo ha l’ironia e il senso dell’humour nella vita di ognuno di noi?
È fondamentale affrontare la vita con ironia, ma soprattutto con autoironia, che se non sei il primo a ridere dei tuoi limiti e le tue mancanze diventa davvero difficile, specialmente adesso dove tutto quello che dici e fai viene passato a un microscopio virtuale spietato. Ridere delle proprie cadute, delle proprie figuracce e dell’assurdità della vita ci aiuta a superare anche le peggiori situazioni e rialzarci più velocemente.
La convivenza con un felino quanto e in che misura può arricchire la vita di una persona?
Si crea un’alleanza molto simile a quella che si crea con un altro essere umano, perché un gatto non ti ama a prescindere come fa un cane, in quanto un gatto ti considera come un gatto alto e imbranato non certo un capobranco, e se potessero ridere di noi lo farebbero!
Un gatto ti tiene sempre un po’ sulla corda come facciamo noi umani sempre pronti a notare e segnare una mancanza. Ti osservano, ti giudicano (Thomas che è un Maine Coon, ha di default la faccia incavolata) si aspettano una routine stabile, rispetto, scambio alla pari, come i bambini. Non puoi mai abbassare la guardia, ma quando si crea un rapporto di fiducia è davvero impagabile e significa che hai sviluppato una sensibilità ed un’empatia che nella vita ti saranno molto utili.
E la tua come è cambiata?
Ho avuto molti gatti in vita mia, ma avevamo un rapporto diverso. Uscivano entravano e non c’era questa attenzione morbosa che ho adesso. Potevo partire in vacanza con serenità e non con la telecamera accesa! Sono cambiati i tempi e sono cambiata anch’io, e prendere questo gatto in un periodo delicato della mia vita che ha coinciso con la pandemia, alcuni eventi dolorosi, bilanci e la menopausa, è stata una scelta dettata non dall’esigenza di “avere una compagnia”, ma per avere la possibilità di creare un legame costruito con attenzione, cura, impegno da parte mia. Imparare ad anticipare i bisogni, entrare in sintonia, proteggere, sono state scoperte del mio carattere estremamente inattese e che mi hanno riappacificato con me stessa.
Un aneddoto che vuoi condividere con noi in merito alla convivenza con Sir Thomas…
Mi chiama di continuo con tonalità che vanno dal cinguettio al muggito a seconda del suo livello di frustrazione (leggi la mia reattività nel correre a dargli da mangiare, o giocare o semplicemente considerarlo). A me invece non ha mai risposto in tre anni e con mai intendo mai!
A chi consigli la lettura de Il mio gatto mi detesta?
A tutti, gattari e non, perché garantisco risate!
Un capitolo su tutti, quando l’ho portato con me a Roma e mi sono accorta che doveva fare il vaccino (veterinario numero 43) e lui comincia a parlare romanesco. Una bambina ha scritto un tema sul libro a scuola ed è stato tenerissimo!
**Credits photo Luca Brunetti