Caso Salis in Ungheria monta la protesta contro Budapest si chiede l’intervento urgente della Meloni.
“Le immagini che giungono da Budapest non possono lasciarci indifferenti. Non è ammissibile che Ilaria Salis, cittadina italiana sotto processo in Ungheria, sia condotta nell’aula del tribunale in catene. Ora il padre afferma che la nostra ambasciata sapeva del trattamento subito dalla figlia. Se vero sarebbe molto grave”. Lo dice il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia.
“E’ in corso un processo che deve svolgersi seguendo le regole comunitarie e quelle della civiltà giuridica in cui tutta Europa si riconosce. Bene ha fatto il ministro Tajani a convocare l’ambasciatore ungherese a Roma -prosegue Boccia-. A questo punto chiediamo che si attivi il ministro della Giustizia del nostro Paese per chiedere, attraverso gli avvocati, se siano possibili gli arresti domiciliari in Italia di Ilaria Salis”.
“Ma noi pensiamo che a questo punto serva un intervento della presidente Meloni nei confronti del presidente Orban: non è accettabile che una cittadina italiana sia trattata in un tribunale europeo nel modo in cui è stata trattata Ilaria Salis”, conclude.
“Le condizioni di detenzione di Ilaria Salis sono insopportabili. Le modalità con cui ieri la nostra concittadina è stata tenuta per l’intero svolgimento della prima udienza del processo a suo carico, non possono essere tollerate. A questo punto è urgente che la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni venga in Aula e ci spieghi come intenda muoversi con il Presidente Orban. Dobbiamo sapere se l’Ungheria è ancora un Paese aderente all’Ue o meno. In ogni caso il governo italiano deve fare tutto il possibile per garantire i diritti di una nostra concittadina, oggi palesemente violati”. Così i presidenti dei gruppi di Italia Viva al Senato ed alla Camera, Enrico Borghi e Davide Faraone, chiedono alla presidente Meloni un’informativa urgente.
Ascani, ‘silenzio assordante Meloni, ci metta la faccia’
“Ma cosa altro occorre aspettare per un intervento serio, deciso, efficace che ponga fine al trattamento disumano di Ilaria Salis in Ungheria? Lascia interdetti il ritardo con cui il Governo sta agendo. E soprattutto l’assordante silenzio della Presidente del Consiglio. Come ama dire, ci metta la faccia e mostri di avere a cuore la tutela della dignità di una cittadina italiana e la difesa delle regole minime della civiltà giuridica. Continuare a tacere non fa che confermare il sospetto di una insuperabile subalternità al suo amico Orban”. Così Anna Ascani, deputata Pd e vicepresidente della Camera dei deputati.
Paita (Iv), ‘Meloni alzi il telefono e chiami Orban’
“È trascorso un anno. La verità è che il governo italiano ha dormito su Ilaria Salis. Siamo in presenza di una grave violazione dei diritti di una detenuta, come ha scritto oggi Emma Bonino. Bisogna agire, serve una sollecitazione del governo italiano. Giorgia Meloni alzi il telefono e, visto che è in buoni rapporti con Orban, faccia rispettare i diritti di Salis”. Lo dice la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva a Coffee Break su La7.
“Non è possibile vedere una cittadina italiana tenuta al guinzaglio e con i lucchetti. I post dell’ultimo minuto non sono tollerabili, il ministro Tajani è spesso in ritardo, dovrebbe esercitare il suo ruolo in maniera differente, con maggiore tempestività e incisività”, aggiunge Paita.
De Cristofaro (Avs), ‘tempo degli appelli è finito, Italia batta pugni’
“Le brutali immagini di ieri di Ilaria Salis in manette e al guinzaglio in un tribunale ungherese dimostrano che il tempo degli appelli è finito. Ora è necessario passare dalle parole ai fatti. Quanto fatto in questi undici mesi di calvario di Ilaria dal governo italiano e dalla nostra struttura consolare in Ungheria è poco o niente. La vicenda Salis è stata trattata in maniera burocratica. Come denuncia giustamente il padre. Il ministro Tajani non pensi che basti un tweet o la doverosa convocazione dell’ambasciatore ungherese, c’è bisogno che l’Italia sbatta i pugni con l’Ungheria e che venga formalizzata la richiesta di rientro in Italia della Salis. Sempre meglio del ministro della Giustizia Nordio non pervenuto su questa vicenda, neanche dopo il Question time di Avs delle scorse settimane”. Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama.
“Le normative europee prevedono che una persona che appartiene alla Ue possa avere i domiciliari nel suo Paese – prosegue il capogruppo di Avs – La decisione quadro 2009/829/GAI deve essere applicata dal governo di Orban e consentire così a Ilaria Salis di tornare in Italia, attendere il processo ai domiciliari ed esercitare il diritto alla difesa in video collegamento. L’Italia deve esigere dagli ungheresi il rispetto di queste normative. Giorgia Meloni che si vanta sempre di tutelare gli interessi della ‘nazione’ e degli italiani, e fa del sovranismo la sua cifra politica, faccia la voce grossa con Orbán per riportare la cittadina italiana Ilaria Salis a casa. Non vorrei che la freddezza del governo sia dovuta al fatto che la Salis è una militante antifascista”, conclude De Cristofaro.
Zan (Pd), ‘assurdo silenzio Meloni, chiami suo maestro Orban’
“Assurdo e inspiegabile che dopo 24 ore dalla diffusione delle foto di Ilaria Salis in catene, Meloni resti ancora in silenzio: paura di disturbare il suo maestro Orban? Meloni, chiamalo. Ilaria va liberata. Inammissibile che dentro i confini Ue siano violati i diritti umani”. Lo scrive sui social Alessandro Zan, deputato e responsabile Diritti nella segreteria del Partito democratico.
Bonelli mostra le foto di Ilaria Salis in catene, ‘Meloni tace, chiami subito Orban’
“Lei è Ilaria Salis, un’italiana, e quest’immagine dovrebbe indignare la premier Meloni che sta in silenzio. Meloni dovrebbe chiamare immediatamente il suo collega Orban e chiedergli com’è possibile che una persona venga trattata in questo modo, con le catene, al guinzaglio. Inaccettabile. La premier venga in aula e spighi perché un’italiana viene trattata così”. Lo dice Angelo Bonelli, incontrando i giornalisti in piazza Montecitorio, mostrando un collage di foto che mostrano Ilaria Salis ieri in udienza in Ungheria, dove rischia fino a 24 anni di carcere, con le catene e le manette ai polsi e alle caviglie.
Fratoianni, ‘amichetti Orban si sono accorti di vergogna regime ungherese?’
“Sembra che finalmente gli amichetti italiani di Orban si siano accorti della vergogna del regime ungherese nei confronti di Ilaria Salis”. Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra.
“Bene, meglio tardi che mai – prosegue l’esponente rossoverde della commissione esteri di Montecitorio – visto che parliamo della vita di una nostra connazionale. Il padre ha raccontato che non è la prima volta che succede e che in tutti questi mesi non c’è stata nessuna reazione né nessuna iniziativa da parte del nostro ambasciatore. Ci aspettiamo che la Farnesina intervenga per mettere fine a questo comportamento che riteniamo inaccettabile”.
“E continuiamo ad aspettare che Giorgia Meloni – conclude Fratoianni – dica qualche parola e magari, visti gli ottimi rapporti, che faccia una telefonata al suo amico Orban”.
Schlein, ‘Meloni vanta amicizia con Orban, ora dica parola chiara’**
premier lo ha spesso difeso ma non può essere così quando mancato rispetto diritti colpisce cittadina italiana
“Non si capisce perché il governo non attivi ogni canale, compreso quello politico vista l’amicizia con Orban”. Così Elly Schlein ai cronisti alla Camera. “E spiace che anche in questa circostanza”, aggiunge riferendosi alle parole del leghista Andrea Crippa “si levino voci dalla maggioranza che sembrano giustificare questo trattamento che viola il diritto europeo e internazionale”.
“Vorremo invece che ci fossero uno sforzo forte e una parola chiara da parte di Giorgia Meloni che ha spesso vantato la sua amicizia con Orban. Ricordiamo che inoltre l’Ungheria è un paese che è stato spesso criticato e messo sotto accusa per il mancato rispetto dei principi dello stato di diritto e su questi temi è stato spesso difeso da Giorgia Meloni sua alleata, ma non può esser così anche quando è evidente che quel mancato rispetto dei diritti colpisce sulla pelle una cittadina italiana”.