Sono passati tanti anni da quando li ho conosciuti dal vivo ad uno dei loro concerti nel Sud Italia.
Riascoltando i loro nuovi singoli emerge la loro maturità e si ha la conferma che di loro non è da sottovalutare una caratteristica che che li ha sempre contraddistinti, ossia un’inedita alchimia tra i componenti nonostante le loro differenti influenze musicali.
Vi sto parlando della band The Random, nata in Basilicata nel 2007 dal sodalizio creativo tra il cantante Franky Whites, il batterista Gianni “Sick Bastard” il chitarrista Vito “Crespone” e il bassista Mimmo “Poisoned”. Sin dalla prima formazione emergono le influenze punk rock old school stile Ramones Sex Pistols, The Stooges.
La band ha subìto negli anni dei cambiamenti di formazione l’arrivo nell’estate del 2008 del nuovo e attuale frontman Frank Star. Successivamente il chitarrista Vito lascerà il posto a Piero. Attualmente troviamo la seconda chitarra di Mariano e alla batteria Paolo.
Il primo album omonimo e autoprodotto risale al 2009. Il loro sound mi ha sempre colpita per la grinta e la vitalità che è in grado di trasmettere. Ad un loro live non si può stare fermi solo ad ascoltare perché i loro pezzi ti incitano a pogare e a divertirti. I testi delle loro canzoni affrontano tematiche nelle quali è facile identificarsi e che invitano ad andare otre gli stereotipi e le convenzioni.
A distanza di anni dopo un periodo di stand by sono tornati e i The Random ci parlano del loro progetto creativo in questa intervista nella quale cogliamo l’occasione per discutere di “punk italiano”, un genere purtroppo di nicchia e di come in seguito alla pandemia è cambiato il modo di esibirsi live.
Partiamo dall’origine quando e come nasce il progetto della vostra band?
Mimmo: Il progetto nasce nell’estate del 2007 a Matera, Basilicata. L’idea era quella di creare una punk rock band “parallela” a quelle di cui facevamo parte in quel periodo, ispirati dalle sonorità di band quali Sex Pistols, Ramones, The Stooges, ecc….
La formazione iniziale vedeva Francesco Bianchi alla voce, Vito alla chitarra, Mimmo al basso e ai cori e Gianni alla batteria. Nei mesi successivi, tra un live e l’altro, abbiamo lavorare su alcune idee dalle quali scaturiscono i primi brani inediti. Ad un anno scarso di distanza dalla fondazione avviene il primo cambio in formazione, che vede l’ingresso nella band del nuovo cantante, Frank. Cambio che fornirà al gruppo una spinta non indifferente a livello compositivo, grazie alla grande vena creativa del nuovo frontman. Nel 2009 la band pubblica il suo primo disco, “The Random”.
L’anno successivo Vito esce dalla band ed al suo posto entra Piero. Qualche mese più tardi la band pubblica il suo secondo disco “V.I.P.”, dopo il quale riprende la consueta ed intensa attività live, tra pub, festival e qualche contest. Nel 2013 la band raggiunge la finale dell’Arezzo Wave Basilicata. L’anno successivo, dopo varie vicissitudini, il gruppo decide di sciogliersi. Nell’estate 2021, Frank, Mimmo e Vito decidono di riformare la band. Nel progetto vengono coinvolti un secondo chitarrista, Mariano ed un nuovo batterista, Paolo.
Frank: Quello che mi ha sempre affascinato di questa band e che mi ha subito appassionato quando sono stato chiamato a sostituire il cantante che c’era precedentemente era ed è il fatto che i musicisti della band venissero tutti da esperienze e stili musicali completamente diversi gli uni dagli altri, io avevo sempre suonato musica rock, Vito appassionato di blues e rock and roll, Mimmo suonava Hard Rock e Gianni invece Punk Hardcore. Questo ci ha dato la capacità e la possibilità di poter comporre mixando vari stili e senza cadere mai nel banale, una caratteristica che ci portiamo ancora oggi. I nostri dischi hanno sempre, tra un brano e l’altro, stili diversi ed influenze diverse. Credo che sia questo il vero significato del nome The Random.
Cosa significa suonare punk al giorno d’oggi e soprattutto in Italia?
Frank: Tutti i generi musicali danno l’opportunità di poter, in qualche modo, far venir fuori i sentimenti che proviamo. L’amore, l’odio, la paura, il dissenso, la rabbia. Quei sentimenti li puoi esplicitare in modo più velato e criptico o in modo più diretto. Il punk te lo sputa in faccia. L’Italia ha avuto un grande passato punk, ora credo sia un po’ passato di moda anche se c’è sempre bisogno di qualcuno che ti urli in faccia quello che non riesci a vedere ad un palmo dal tuo naso.
Mi ha molto colpita il vostro singolo Hank incentrato sul tema della libertà, una tematica che affrontate in maniera non scontata e che è molto attuale. Com’è nata l’idea?
Frank: Sono da sempre stato un grande appassionato della letteratura di Charles Bukowski. Il testo di Hank è estrapolato e rivisitato da un brano di Storie di ordinaria follia. Il testo parla della libertà di essere chi ci sentiamo di essere a prescindere da ciò che il sistema pretende che tu sia.
Nel vostro atto creativo, viene prima il testo di una canzone o la musica?
Frank: C’è una differenza tra il primo disco e tutte le altre composizioni. Nel primo disco (The Random) io non suonavo la chitarra quindi tutte le composizioni venivano direttamente da Vito che portava i suoi giri, da casa o direttamente venivano fuori alle prove, e poi io ci adattavo su il testo (a parte Sugar Lies che è stato composto alla chitarra da Gianni). Da quando Vito è andato via, i brani li ho portati in sala prove già con una bozza strumentale, poi venivano interamente rivisti e arrangiati da tutti insieme. Ultimamente invece la parte strumentale sta venendo fuori durante le prove, poi mi mandano le registrazioni ed io ci metto solo il testo. Direi che i testi che vengono fuori sono la base per le musiche successive comunque. Testi che scrivo mentre sono a spasso coi cani, o in fila al supermercato o seduto sul cesso la mattina presto.
Come è stato ritrovarsi a registrare in studio dopo diversi anni? Cosa è cambiato in questo lasso di tempo?
Frank: Per me è stato come rinascere. Pur non avendo creato io la band inizialmente, mi sento comunque uno dei padri e ci tengo tantissimo. Quando abbiamo fatto la prima prova tutti insieme con Paolo e Mariano è stata un’esplosione di emozioni. Il sound diverso e più potente, gli sguardi di approvazione, le nuove idee sulla composizione che venivano fuori. Ritrovarsi a registrare è stato bellissimo e dentro di me è stato un sogno che si è realizzato. Devo dire che adesso è molto più complessa la composizione visto che i ragazzi devono suonare senza voce perché io vivo a Modena. I tempi si dilungano, è facile fraintendersi ma stiamo vedendo che sto vecchio motore continua ancora a macinare chilometri.
Tra le vostre esperienze live, qual è stata quella più memorabile e perché?
Frank: Tra il 2007 ed il 2014 abbiamo fatto tantissimi live, tra contest, locali e festival. Per me l’esperienza più bella è stata quella che ci ha portati in finale all’Arezzo Wave Basilicata 2013 perché ci ha dato la consapevolezza che la musica che proponiamo non lascia indifferente il pubblico. Un altro live che credo ci abbia scioccati è stato quello in cui abbiamo rischiato di morire perché ho avuto un colpo di sonno alla guida alle 4 di mattina (è da li che è venuta fuori “Fuck You”).
Siamo nell’epoca in cui la musica si ascolta on line e ci si “esibisce “davanti ad una telecamera comodamente da casa. Cosa ne pensate di questo trend che va a discapito dei live di una volta?
Mimmo: Riguardo la diffusione e l’ascolto on line della musica penso che sia una cosa positiva, in quanto consente a gruppi underground come il nostro di farsi conoscere con più facilità, non solo a livello nazionale, con tutti i pro e i contro del caso.
Personalmente non sono favorevole alle esibizioni live on line, che siano da casa o dalla sala prove. Per me è importantissimo il contatto reale con il pubblico. Se dovesse venire a mancare questo aspetto non avrebbe senso tenere in vita una band.
Frank: Concordo con Mimmo, se non senti la puzza di sudore non vale…
In questi mesi avete registrato un nuovo singolo e state programmando una piccola tournée. Qualche anticipazione?
Sì, il 30 dicembre abbiamo pubblicato il nuovo singolo dal titolo “Pubblico Pogante”, che vede la partecipazione di Piervo Andrisani alla voce (ex frontman di Maze Deception, Nihilium e Coil Commemorate Enslave). Il 10 febbraio suoneremo dal vivo allo Scarlatti Caffè di Ruvo di Puglia e siamo in cerca di altre date in giro per l’Italia. Nel frattempo saremo impegnati nelle registrazioni di nuovo materiale.
Se vi siete incuriositi alla band The Random seguite il loro canale You Tube per ascoltare i loro brani