Intervista alla Dottoressa Valeria Fiorenza Perris
Le tecnologie digitali, internet, i social network e le app di messaggistica istantanea ci hanno permesso di avere accesso a milioni di informazioni e comunicare istantaneamente, abbattendo le barriere geografiche e rendendo il mondo più interconnesso che mai.
Tuttavia, oltre ad aprire la strada a un universo di opportunità e connessioni globali, questa crescente connettività ha contribuito anche a far emergere nuovi rischi, insidie e dipendenze. Tra queste c’è la dipendenza da Internet, una dipendenza comportamentale legata all’uso eccessivo della rete, che può compromettere il benessere psicofisico di chi ne soffre.
La dipendenza da internet, anche nota come Internet Addiction Disorder (IAD), termine coniato nel 1995 dallo psichiatra statunitense Ivan Goldberg, è un comportamento compulsivo legato all’utilizzo eccessivo di internet e dei dispositivi digitali connessi alla rete. Come l’oniomania (dipendenza da shopping), la ludopatia (dipendenza da gioco d’azzardo) e la dipendenza da sesso, è una forma di abuso-dipendenza senza sostanza.
In occasione del Safer Internet Day che si celebra il 6 Febbraio conversiamo con la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris, Psicoterapeuta e Clinical Director del servizio di psicologia online e società Benefit Unobravo di iperconnessione e dipendenza da internet
Dottoressa Fiorenza Perris come riconoscere l’Internet Addiction Disorder?
La progressiva perdita di controllo rappresenta un tratto distintivo dell’Internet Addiction Disorder. Nel corso del tempo, chi ne è affetto sperimenta, infatti, un aumento esponenziale delle ore dedicate alla navigazione online, talvolta maturando la consapevolezza di non riuscire più a sospenderne o limitarne l’uso. I soggetti colpiti da questa dipendenza possono trascorrere ore e ore in rete, navigando su siti, utilizzando i social media, chattando, giocando ai videogames, guardando video o facendo acquisti online”, ha spiegato.
Che impatto ha questa forma di dipendenza sul benessere psicofisico?
L’IAD può avere un impatto negativo sul benessere psicofisico: mal di testa, dolore muscolare, disturbi del sonno, affaticamento e mancanza di concentrazione sono alcuni dei sintomi che possono emergere nei soggetti affetti da questa dipendenza. Inoltre, quando l’accesso a internet è impossibilitato, potrebbero verificarsi sintomi di astinenza, come irritabilità o ansia. L’utilizzo prolungato di internet spesso può andare a discapito delle relazioni interpersonali o di altre attività più importanti e necessarie, come impegni quotidiani, professionali o accademici. In molti casi, chi soffre di Internet Addiction Disorder manifesta una marcata tendenza all’isolamento. La dipendenza da internet può, infatti, spingere l’individuo a ritirarsi progressivamente dalla vita sociale offline e a prediligere le interazioni online. Questo comportamento potrebbe, in certi casi, sfociare nella Sindrome di Hikikomori, che porta la persona a un isolamento volontario
Come si sviluppa?
È possibile provare a delineare tre principali fasi in cui si sviluppa l’Internet Addiction Disorder. In principio c’è la fase del coinvolgimento in cui si accede alla rete spinti dalla curiosità e dal piacere di scoprire il mondo dell’online e fruire dei contenuti disponibili. In questo primo stadio, l’utilizzo di internet è ancora relativamente moderato. Successivamente, si passa, invece, alla sostituzione, fase in cui il soggetto trascorre un tempo crescente online, spesso a discapito di altre attività quotidiane e trae sempre più conforto e gratificazione dalla realtà virtuale. Infine, si arriva alla fase della dipendenza in cui l’utilizzo di internet diviene sempre più assiduo, prolungato e incontrollabile. In questo stadio avanzato, l’individuo sperimenta un senso di comfort, relax e soddisfazione quando è online, mentre prova angoscia e sofferenza se impossibilitato a connettersi. La necessità compulsiva di collegarsi alla rete e l’ansia associata alla disconnessione divengono preoccupazioni dominanti. In cerca di gratificazione e sollievo, l’individuo affetto da questa condizione si impegna continuamente in comportamenti online compulsivi, cercando stimoli emotivi e sensoriali sempre nuovi, non di rado nel tentativo di alleviare la noia, il vuoto e la sofferenza interiore e trasformando, così, l’accesso al web in una vera e propria fuga dalla realtà.
Perché si diventa dipendenti dal web?
Mettendo a disposizione degli utenti un’ampia gamma di contenuti, attività e intrattenimento immediato, internet è in grado di soddisfare il bisogno di ognuno di ricevere gratificazione personale in modo veloce e diretto. L’interazione online può, inoltre, risultare meno intimidatoria, contribuendo così a mitigare l’ansia sociale che alcuni individui provano quando si relazionano agli altri dal vivo. I social network, in particolare, consentono di interagire con altre persone in qualsiasi momento. Questo senso di connessione costante, può portare a un significativo calo di interesse verso le relazioni offline. In alcuni casi, l’utilizzo di internet potrebbe, inoltre, alterare la percezione che le persone hanno di loro stesse e dell’ambiente. Analogamente a chi è dipendente da sostanze, coloro che soffrono di IAD sono spesso alla costante ricerca di nuovi stimoli emotivi e sensoriali con cui allontanare o placare sensazioni di noia, vuoto e solitudine. Per i soggetti che vivono questa dipendenza, il mondo virtuale potrebbe, col tempo, andare a costituire una vera e propria dimensione parallela. Un luogo mentale in cui rifugiarsi nel tentativo di sfuggire ai problemi e alle difficoltà della vita quotidiana e proteggersi da una realtà percepita come angosciosa e dolorosa.
Quali sono i soggetti più predisposti?
Sono molteplici i fattori che possono concorrere all’insorgenza della dipendenza da internet. Tra questi, vi sono aspetti temperamentali, bassa autostima, fattori ambientali e aspetti neurobiologici che potrebbero implicare uno squilibrio nel circuito della ricompensa legato a serotonina e dopamina. Studi recenti hanno, inoltre, evidenziato come la dipendenza da internet si manifesti più frequentemente in individui con una stabilità emotiva precaria o in comorbilità ad altre condizioni, quali ansia, depressione, disturbo ossessivo-compulsivo o bipolarismo. Anche la presenza di altre dipendenze può predisporre all’IAD. Nonostante siano emerse delle categorie più a rischio – come uomini single, giovani universitari e donne di mezza età – è evidente che l’accesso indiscriminato alla rete sia, a prescindere, un fattore da non sottovalutare mai. La dipendenza da internet può, infatti, colpire individui di diverse età, sesso e background e ciò lo rende un problema molto insidioso.
Come e in che misura si può prevenire e contrastare la dipendenza da internet.
Oltre a ciò che ciascuno di noi può fare individualmente, un ruolo cruciale lo rivestono le attività di sensibilizzazione e prevenzione di ampio respiro, soprattutto quelle destinate alle nuove generazioni. Sia a casa che a scuola, è imprescindibile che venga fatto un profondo lavoro di educazione alle tecnologie, promuovendone un uso moderato e informando i più giovani sugli eventuali rischi in cui possono incorrere in rete. Parallelamente, è importante incoraggiarli a coltivare maggiormente le relazioni offline e valorizzare le connessioni reali, soprattutto partendo con l’approfondire quali siano le loro paure e resistenze. Educare le nuove generazioni a un uso responsabile della tecnologia e supportarle nel potenziare le proprie competenze relazionali è la chiave per creare individui più consapevoli per la società del domani.
Quanto e in che misura può essere utile la terapia psicologica nel contrastare la dipendenza da internet?
Affrontare e superare una dipendenza può non essere semplice. Per questo chiedere aiuto è un primo, ma fondamentale passo. È, infatti, dimostrato che avvalersi di un supporto esterno dia maggiori possibilità di successo rispetto al cercare di sconfiggere una dipendenza da soli. In questo senso, la terapia psicologica può essere uno strumento molto prezioso. In prima istanza, è importante giungere a una diagnosi accurata. Per fare ciò, il professionista può avvalersi di diversi strumenti, come test e questionari. Il test sulle dipendenze da internet IAT (Internet Addiction Test) è molto utile per effettuare una prima autovalutazione del grado di coinvolgimento e rilevare eventuali problematiche legate alla dipendenza da internet. Solo una volta diagnosticata la dipendenza sarà, infatti, possibile intraprendere un percorso che sia davvero efficace. Concentrandosi sull’analisi dei fattori scatenanti e degli eventi interni ed esterni che hanno portato all’instaurarsi del comportamento dipendente, la terapia psicologica permette di trattare la dipendenza in modo mirato, fornendo sostegno, motivazione e strumenti pratici. In particolare, la psicoterapia cognitivo-comportamentale offre un approccio molto valido. Anche con Unobravo è possibile svolgere terapie online con professionisti esperti nel trattamento delle dipendenze, inclusa quella da internet. Con il giusto supporto, qualsiasi condizione può essere affrontata. Ciò che conta davvero è avere pazienza, non scoraggiarsi e affidarsi a professionisti competenti, tenendo sempre a mente che una vita libera dalle dipendenze è possibile.