La grafologia è un mondo tutto da esplorare perché ci permette di indagare meglio sulla personalità di un soggetto.
In ambito professionale si sta sempre più affermando anche nel nostro Paese. Utilizzata in diversi ambiti come quello giuridico, scolastico e nella selezione del personale vale la pena immergersi nel suo universo che affascina inevitabilmente.
Lo è stato anche per me leggendo l’ultima pubblicazione di una delle grafologhe più note in Italia, Candida Livatino (www.livatinocandida.it). Giornalista pubblicista, specializzata in diverse aree della grafologia, Candida Livatino ha di recente pubblicato “Grafologia e criminologia: Killer e vittime analizzati attraverso la loro scrittura” edito da Mursia.
Un libro che consiglio vivamente nel quale la Livatino mette a nudo le personalità di coloro che nel nostro Paese si sono macchiati di atroci delitti (come Michele Buoninconti, Matteo Messina Denaro, Andrea Volpe), fino a indagare l’animo dei più noti serial killer (come Ted Bundy, Charles Manson, Leonarda Cianciulli).
La grafologia diventa così uno strumento di prevenzione per aiutare donne vittime di violenza a evitare un destino tragico. All’interno del libro vi è anche l’analisi grafologica di alcune vittime di femminicidio come Roberta Ragusa, Sarah Scazzi e Yara Gambirasio. una pubblicazione degna di nota dalla quale si evince la professionalità di Candida Livatino e la passione per il suo lavoro.
Del suo lavoro da grafologa e di questo affascinante ambito professionale ci racconta Candida Livatino in questa interessante intervista.
Come si svolge un’analisi grafologica?
Dipende dalla finalità per la quale viene fatta. Se è volta a verificare l’autenticità di uno scritto (per esempio di un testamento) o di una firma (per esempio su un assegno) si procede attraverso la comparazione con le grafie certamente attribuibili alla persona.
Se invece si vuole delineare un profilo di personalità si analizzano i segni grafologici riscontrabili nel testo preso in esame. Lo stesso vale per le valutazioni di idoneità finalizzate alla selezione o alla mobilità del personale.
Il tratto grafologico di una persona da cosa dipende? Ha davvero un legame con il nostro cervello? Quali tratti della personalità di un individuo è in grado di rivelarci la grafologia?
Nel momento in cui una persona scrive mette a nudo la sua personalità, il suo carattere, la sfera affettiva, le attitudini professionali ed anche altro.
Addirittura, attraverso quelli che in grafologia vengono definiti “gesti fuggitivi”, emergono cose che la persona stessa ha rimosso o dimenticato, come traumi infantili o adolescenziali, sensi di colpa che riaffiorano solo a livello inconscio.
La grafologia indaga quindi sia la sfera razionale, sia quella istintuale e pulsionale.
Alcuni segni grafologici, definiti “cardine”, sono riscontrabili durante tutto il percorso di vita di una persona (una volta che la scrittura si è personalizzata), altri invece sono dovuti al momento che sta vivendo. Una forte preoccupazione per motivi economici o di salute si riflette sulla nostra scrittura attraverso alcuni segni grafologici che, una volta superato il problema, scompaiono.
Che ruolo ha la grafologia in criminologia?
La grafologia può costituire un importante supporto al lavoro di un criminologo, per definire meglio la personalità sia di chi è accusato di un delitto, sia della vittima. Questo però purtroppo avviene quando l’evento tragico è già avvenuto.
Sarebbe invece utile il coinvolgimento di un grafologo prima che questo succeda, in particolare nei casi di femminicidio. Nel mio ultimo libro “Grafologia e Criminologia” ho evidenziato dei segni grafologici, facilmente riscontrabili anche da una persona non esperta, che segnalano un forte disagio interiore. Rabbia, aggressività, possessività ed avidità sono tutti segnali che costituiscono un campanello d’allarme che potrebbe essere utile per prevenire alcuni femminicidi.
In presenza di questi segni e magari di un primo episodio di violenza una donna dovrebbe allertarsi e richiedere subito aiuto ad un Centro Antiviolenza.
Quando è come è nato il suo interesse nei confronti della grafologia?
È stato del tutto casuale. Mio figlio scriveva malissimo, al punto che alle elementari gli facevano usare lo stampatello, cosa che alle medie non gli era più consentita. “Sembra arabo” dicevano i professori e uno di loro mi ha indirizzato da una grafologa, facendomi così scoprire un mondo meraviglioso. Sono così ritornata sui banchi di scuola per i tre anni del corso base di grafologia e per altri due finalizzati alle varie specializzazioni.
Il problema di mio figlio era che la mano rincorreva la velocità del pensiero e questo si rifletteva in una grafia incomprensibile. Ora, ironia della sorte, Matteo scrive anche in arabo, forse meglio che in italiano.
Un’analisi grafologica che l’ha particolarmente colpita nel corso della sua carriera.
Mi verrebbe da dire quella relativa a Leonarda Cianciulli (la saponificatrice di Correggio), presenta nel mio ultimo libro. Occupando tutto lo “spazio del foglio” evidenzia un senso di soffocamento ed una grande confusione mentale. La “dimensione grande delle lettere” ed il “riccio della spavalderia” segnalano un Ego smisurato e la convinzione di essere superiore agli altri. Dietro l’apparenza di una vecchietta tranquilla e disponibile, capace però di carpire la fiducia delle sue vittime, si nascondeva un’assassina crudele e priva di scrupoli. Nella sua grafia vi sono però anche dei segni che evidenziano il bisogno di quelle attenzioni affettive che le erano mancate da parte della madre.
Un recente studio norvegese dimostra che la scrittura a mano è un toccasana per il cervello. Lei cosa ne pensa?
Oramai i nostri ragazzi non sono più capaci di scrivere a mano, in particolare in corsivo, e semmai usano lo stampatello. Questo costituisce un grosso problema perché è dimostrato, non solo dallo studio norvegese ma anche da molti altri soprattutto americani, che scrivere a mano offre molti vantaggi: favorisce la concentrazione, rafforza la memoria, sviluppa la creatività, consente di sintetizzare ed acquisire i concetti fondamentali nel momento in cui si prendono appunti durante una lezione o ad un convegno.
Un consiglio che darebbe a un giovane grafologo che vuole affermarsi in questo settore…
La grafologia è una scienza affascinante, che arricchisce chi ne intraprende lo studio. Per farlo, oltre allo studio necessario per acquisire tutte le conoscenze tecniche, servono anche intuito e sensibilità, doti che aiutano in particolare nell’analisi dei profili di personalità.
Nel mio peregrinare per presentare i miei cinque libri l’obiettivo che mi sono prefiggo è quello di far conoscere la grafologia e di far scoprire a più persone possibili quali opportunità possa offrire.