Ursula von der Leyen si ricandida e rimane la favorita per presiedere la Commissione europea per altri cinque anni.
Prima donna a capo della Commissione europea, ha annunciato l’intenzione di ripresentarsi per un secondo mandato, dopo i cinque anni che l’hanno vista guidare il blocco attraverso la pandemia di Covid e gestire la risposta al primo grande conflitto sul suolo europeo da decenni, quello in Ucraina, con cui i leader hanno deciso di avviare i negoziati di adesione. E poi le migrazioni, con gli accordi tra la Commissione e la Tunisia, per i quali è stata in prima linea con Giorgia Meloni, il conflitto in Medio Oriente, con un focus, in questo fine mandato, alla politica di difesa comune europea, con la proposta arrivata nei giorni scorsi, di creare la figura di un commissario ad hoc.
Stretta alleata dell’ex cancelliera Angela Merkel, ex ministra della Difesa tedesca, madre di sette figli, può essere considerata il capo della Commissione più potente dai tempi di Jacques Delors, il gigante della politica europea morto a dicembre.
Nonostante la sua innegabile capacità di agire con decisione nei momenti di difficoltà, il suo stile di leadership l’ha talvolta messa in contrasto con le capitali dell’Ue, del cui sostegno avrà bisogno per assicurarsi un secondo mandato, e non solo: i rapporti con la controparte Charles Michel non sono stati idilliaci, specie all’inizio, più simili ad un braccio di ferro per assicurarsi le luci della ribalta che ad una collaborazione. Tuttavia, è probabile che ottenga l’appoggio del Consiglio europeo. Solo l’Ungheria è stata apertamente critica nei confronti della sua leadership.
Su una serie di argomenti sensibili, dal suo sostegno a Israele nella sua guerra contro Hamas alla sua politica nei confronti della Cina, ha preso decisioni senza consultare gli Stati membri, scatenando l’ira dei diplomatici Ue – e dei suoi stessi commissari – costretti a seguirla, ricorda ‘Politico’.
Il cosiddetto scandalo Pfizergate, un riferimento ai messaggi che ha scambiato con l’amministratore delegato del gigante farmaceutico Albert Bourla per concludere un enorme accordo sui vaccini nel 2021, ha offuscato allo stesso modo il suo primo mandato. Ne è derivata una causa intentata dal New York Times contro la Commissione, per non aver fornito l’accesso a questi testi.
Sebbene l’attenzione a questo caso sia stata finora limitata agli ambienti di Bruxelles, un tribunale dovrebbe comunque pronunciarsi sulla battaglia legale nel 2024. Dal punto di vista politico, una sentenza sfavorevole invierebbe un segnale imbarazzante e potrebbe avere importanti implicazioni per la sua rielezione.
Von der Leyen dovrà essere formalmente nominata candidata principale del suo partito, o Spitzenkandidat: ciò avverrà in una votazione al congresso del Ppe a Bucarest, in Romania, il 6-7 marzo. Ma rimane la favorita per presiedere la Commissione europea per altri cinque anni. Per assicurarsi un secondo mandato, dovrà essere nominata dai leader europei e confermata dal Parlamento europeo in una votazione pubblica.