Perché “Una vita come tante” è diventato un classico della letteratura contemporanea

Ai vertici di tutte le classifiche letterarie, il romanzo di Hanya Yanagihara è un colpo al cuore. Oggi, Una vita come tante è diventato un vero e proprio “must have” per gli amanti delle storie tormentate e sofferte 

È un romanzo lungo più di mille pagine, ha una copertina non accattivante, ha una prosa complessa e arzigogolata eppure è un libro di così rara bellezza che è impossibile non restare imbrigliati nella sua storia. Edito per il mercato italiano da Sellerio Editore, Una vita come tante è il romanzo – folgorante – scritto da Hanya Yanagihara di cui tutti parlano, sia in bene che in male. L’autrice, che ha origini hawaiane, di professione è giornalista culturale e, con uno sguardo attento, preciso e impetuoso, ha lavorato a un romanzo che non passa di certo inosservato. Così forte e pungente che, nonostante la sua lunghezza e suoi continui cambi di registro, è annoverato tra i libri più apprezzati degli ultimi anni, diventando subito un grande classico della letteratura contemporanea. Una vita come tante è stato un successo incredibile, tanto da diventare anche uno spettacolo teatrale da tutto esaurito, che è arrivato (solo nel Regno Unito) anche al cinema per un brevissimo periodo. Al centro del racconto ci sono gli intrecci di 4 personaggi sullo sfondo di una New York brutale ma affascinante.

È una storia di 4 ragazzi, 4 amici che studiano e vivono in una Grande Mela affollata di idee e di persone. C’è Willem che vuole fare l’attore, JB che sogna di diventare un artista di fama mondiale, Malcolm architetto frustrato e infelice in un prestigioso studio. E poi c’è Jude, il vero protagonista, il centro di gravità della storia e delle vite di tutti. Lui è un avvocato brillante e riservato, ma di Jude si sa nulla; arriva al college senza avere una famiglia, senza una vera identità, e con il segreto della sua disabilità. E con un passo cadenzato, l’autrice svela cosa c’è dietro il silenzio di Jude, facendo interagire la sua esistenza con quella di Willem, JB e Malcolm. Un libro che non è facile da leggere ma che tutti dovrebbero fare una volta nella vita.

Una vita come tante è una storia che parla di sogni e desideri

Anche se si presenta come il più classico dei romanzi di formazione nasconde molto bene il suo sottotesto. Infatti, attraverso le storie dei singoli personaggi, attraverso i legami e gli intrecci, l’autrice non fa altro che pennellare un affresco brutale sul mondo di oggi, e su quanto sia difficile far coronare i propri sogni. È una fotografia così realistica che non è facile riuscire restare indifferenti di fronte a una storia del genere. E’ potente, è intensa e per nulla banale. Inizia da quando i ragazzi sono già laureati, per spingere poi il racconto avanti e indietro nel tempo – con arguzia – per dare agio al plot di spaziare su più fronti. Nonostante i capitoli lunghi, le descrizioni minuziose di una città che non dorme mai, Una vita come tante è un vero e proprio colpo al cuore che brilla di luce propria.

Un libro tutto al maschile ma scritto da una donna

Accade di rado di avere una descrizione così veritiera di un gruppo di ragazzi che si muovono in un mondo che chiede sempre di più. L’occhio di una donna, di solito, è più dolce e meno incisivo, invece l’autrice della storia si cala perfettamente nella parte, immaginando come potrebbero vivere 4 amici in una realtà scossa da una crisi economica senza fine e da una realtà che costringe tutti a scendere a patti con le proprie aspirazioni. E Hanya riesce nell’impresa, regalando al lettore uno sguardo schietto sul mondo degli uomini che, di fatto, non è poi tanto diverso da quello femminile.

Un racconto crudele sul potere salvifico dell’amicizia

Ma oltre ai sogni e alle aspirazioni, Una vita come tante è anche la storia di un’amicizia che vince su tutto. Sia sullo scorrere del tempo, sia sul dolore, il rancore, la rabbia e che sconfigge persino la vita stessa, sopravvivendo alle strade che ogni di noi incrocia sul proprio cammino. Un romanzo che è perfetto anche se è sofferto e compassato, ma che convince proprio per la sua potenza salvifica.

 

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