Bridgerton e i romanzi regency. Fatti e misfatti di un genere letterario molto popolare

Grazie alla serie di Netflix c’è una vera riscoperta dei romanzi ambientati durante la “regency era”. Ma perché questo genere ha trovato così largo consenso? 

Non sembra ma il romanzo storico, in tante e diverse sfumature, ha un fanbase molto forte qui in Italia come all’estero (suo vero Paese di origine). Un successo che è dovuto a diversi fattori. Il più particolare è quello di veicolare il nostro stesso passato attraverso storie coinvolgenti e dai particolari ricercati. Il genere nasce nel 1800, o meglio, esplode durante l’epoca napoleonica per arrivare poi fino ai giorni nostri. Essenzialmente, in Italia il romanzo storico deve il suo successo al genere del regency che, da anni, è uno dei più venduti e richiesti sia dai lettori che dalle case editrici. Di recente ha trovato una sorta di seconda giovinezza grazie alla serie di Bridgerton. Disponibile su Netflix con le prime due stagioni – la terza è in arrivo a maggio -, il regency si è imposto ancora di più nella letteratura di consumo, facendo capire a tutti come il genere si apre a molte interpretazioni e chiavi di lettura, se letto non solo come un romanzo di appendice ma più che altro come satira dell’aristocrazia inglese. Questo è, di sicuro, il suo particolare più interessante e la serie di Netflix, pur giocando con i suoi stilemi, ha regalato uno sguardo di cuore e di pancia sul ton inglese. È un genere, però, che rispetto a un romanzo contemporaneo ha regole precise e che – di solito – devono essere rispettate o, altrimenti, non può essere categorizzato. Dicevamo, in Italia da sempre è stato molto apprezzato anche se è stato venduto solo a un pubblico femminile ma come è noto, è un genere che può piacere a tutti. Prima di approdare nella grande distribuzione con Mondadori – oggi, ad esempio, c’è una vera riscoperta dei testi di Julia Quinn -, il regency era venduto nella collana “Oro” di Mondadori ma distribuito solo nelle edicole. Cosa che non succede più da qualche anno a questa parte. E quindi: quali sono i segreti del regency? E perché ha così tanto successo?

Storie ambientate durante il “periodo della reggenza”

Si chiamano romanzi regency perché sono ambienti durante la “recency Era”, cioè quel decennio della storia inglese che va dal 1811 al 1820, in cui re Giorgio III, una volta che è stato considerato non più in grado di governare a causa di una malattia mentale, fu sostituito al governo del paese dal figlio (il futuro Giorgio IV) che assunse di conseguenza il ruolo di  Principe Reggente. In realtà quando ci si riferisce alla ‘Reggenza’, si considera di solito un lasso di tempo molto più lungo, che va dal 1800 fino al 1830, come un ponte di congiunzione fra l’epoca Georgiana e quella Vittoriana. Nonostante la sua relativa brevità, quella della Reggenza fu un’epoca di cambiamenti in tutti i settori della vita sociale inglese, dalla moda, alla politica, alla cultura, ma anche un periodo di incertezza causata dalle rivolte popolari e dalla guerra contro Napoleone. Soprattutto fu un periodo in cui il ‘ton’, cioè l’aristocrazia, seguiva le orme del suo Principe Reggente che invece di pensare al benessere del paese si è dimostrato un patito del divertimento e dell’eccesso, con una predilezione per l’arte, l’architettura, il cibo, la musica, i bei vestiti e le belle donne.

Napoleone e Byron: le figure realmente esistite che restano sullo sfondo

Oltre a una fotografia vivida del periodo storico, i romanzi di genere raccontano storie di lady in fuga, di conti libertini e matrimoni di comodo, miscelando anche fatti storicamente accaduti seguendo le orme di Victor Hugo con i suoi Miserabili e i Novantatré. Sullo sfondo restano tutti quei personaggi che hanno lasciato un’impronta in quel ventennio, come il già citato Napoleone, la celebre Jane Austen (vera pioniera del regency), senza dimenticare il mito di Byron e delle sue poesie, e come le figure di Beethoven e Schubert che in quel periodo si sono affermati come musicisti. Tutto questo per regalare alla storia un fondo di verità e far capire al lettore come l’aristocrazia si muoveva in questo ambiente.

Un sottogenere ben preciso con tanti risvolti romantici

Dicevamo che il regency è una letteratura di consumo da uno stile semplice e intuitivo, adatto a un lettore che cerca un romanzo di evasione. Rispetto al romanzo storico più classico, questo è un sottogenere ben distinto, con proprie trame e convenzioni stilistiche precise, derivate soprattutto dai romanzi di Jane Austen e Georgette Heyer. I Regency che sono chiamati ‘Tradizionali’ –nel corso del tempo ci sono state pubblicazioni anche più forti con storie passionali e dalle venature erotiche -, si basano essenzialmente sulle strette convenzioni sociali dell’epoca. Sono commedie di maniera. Anche se il tono può essere diverso tra romanzo e romanzo, in essi l’attenzione è incentrata principalmente sui comportamenti in società dei protagonisti e sui loro scambi verbali, arguti e spiritosi, mentre l’aspetto erotico, la tensione sessuale, è molto attenuata anche se, di base, il romance è una particolarità che emerge spesso ma solo nella seconda parte di quasi tutti i romanzi.

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