L’impatto del silenzio sociale: Chiara Ferragni e la sfida dell’engagement nella content economy.
Quanto tempo una celebrity influencer può restare nel limbo del silenzio social senza postare o limitarsi al minimo indispensabile? È la domanda che si pone l’agenzia Arcadia, guidata da Domenico Giordano, che ha compiuto un’analisi di follower, engagement e reaction dei profili Instagram e TikTok di Chiara Ferragni, fino al Pandoro-gate la regina degli influencer italiani.
“Se Chiara Ferragni pensa che il suo percorso professionale sia ancora solido e punta a tutelare i suoi interessi economici e la sua reputazione, sarà costretta a riprendere in tempi stretti quella narrazione condivisa, pur adattandola ai cambiamenti imposti dal caso della beneficienza”, dice Giordano all’Adnkronos.
Eppure la perdita dei follower Instagram finora è minima, circa 515 mila su un totale di 29 milioni. “Ma questo defollowing ha già prodotto due conseguenze immediate: la prima è percettiva, perché ha instillato nel pubblico digitale la convinzione che l’abbandono è più che altro una scelta punitiva nei confronti di chi ha tradito, per interesse personale, quei valori morali che il fandom considera come un vincolo sacro”, precisa Giordano.
“La seconda è invece molto più sostanziale, intanto perché i follower si contano, ma soprattutto si pesano e in questa differenza non è dato conoscere il profilo di chi ha abbandonato l’account della Ferragni. Non sappiamo cioè, se erano follower che interagivano attivamente con i post, quanto fosse estesa la loro rete e soprattutto quale fosse la loro credibilità nelle rispettive comunità digitali”, conclude Giordano.
Dal report si capisce poi un’altra cosa: la riduzione drastica e prolungata di contenuti pubblicati produce una distorsione delle abitudini dei follower. Il minor successo dell’account, decretato dalla quantità delle interazioni raccolte, spinge l’algoritmo a penalizzare la portata dei contenuti rispetto ai seguaci, in quanto interpreta questa riduzione di interazioni come un evidente segnale della scarsa attrattività del contenuto.
Diamo un po’ di numeri. Il profilo Instagram di Chiara Ferragni è passato da 72 contenuti pubblicati nel mese di maggio 2023 agli 8 del gennaio 2024. Marzo non sembra invertire la rotta: a oggi i post sono solo 4.
Ma è sulla percentuale di engagement, vera metrica del successo di una social star, che i dati sono impietosi. Si passa dal 5,8% del febbraio 2023, mese spinto dalla partecipazione di Ferragni al Festival di Sanremo, allo 0,18% di questo mese.
Sulle reaction totali il discorso non cambia. Il Festival aveva portato quasi 47 milioni di like e commenti, a gennaio 2024 erano calati del 90%: 4,9 milioni. Ovviamente pesa il fatto che Ferragni abbia chiuso i commenti sotto i suoi post, limitandoli solo alle persone da lei seguite, per fermare lo tsunami di voci negative che si affollavano sul suo profilo.
Si chiude con TikTok: da quasi sei milioni di reaction a settembre 2023, con una percentuale di engagement del 3,1%, si passa ai rispettivi 88mila e 0,045% di gennaio 2024. Un abisso. Ecco perché Chiara Ferragni è quasi obbligata, se pensa ancora di investire con il suo brand nella content economy, ad accantonare in tempi brevi la strategia del silenzio.