L’atto di mangiare necessita di una maggiore consapevolezza in questa epoca in cui è facile disporre dei beni alimentari e poter scegliere cosa mangiare.
Per poterla acquisire con efficacia e migliorare il nostro rapporto col cibo ci viene d’aiuto la mindful eating o alimentazione consapevole. Grazie alla mindful eating è infatti possibile contrastare le abitudini alimentari scorrette rendendo più qualitativo l’atto di mangiare. Questa pratica infatti dà molto spazio alla lentezza, all’attivazione di tutti i sensi corporei migliorando considerevolmente il senso di sazietà
Per fare chiarezza sull’alimentazione consapevole e scoprire come praticarla e quali sono i suoi benefici per la salute del nostro organismo, abbiamo intervistato la Dottoressa Paola Iaccarino Idelson, Socia SINU Società Italiana di Nutrizione Umana, biologa nutrizionista, specialista in Scienza dell’alimentazione e insegnante di mindful eating
Dottoressa Iaccarino Idelson, che cosa si intende per alimentazione consapevole?
Mettere consapevolezza nell’atto del mangiare vuol dire avere coscienza di quello che succede dentro e fuori di sé nel momento in cui si mangia, dal prestare attenzione alla provenienza dei cibi, al rendersi conto di quante persone hanno contribuito a far arrivare quel determinato cibo nel nostro piatto, ai bisogni nutrizionali ed emotivi che vengono soddisfatti, mangiando.
Alimentazione consapevole è la traduzione italiana del termine Mindful Eating, quella branca della mindfulness legata all’alimentazione.
Se applichiamo la definizione di mindfulness all’atto del mangiare, avremo un’ottima spiegazione sintetica di cosa è l’alimentazione consapevole: “porre attenzione a quello che mangiamo, in maniera intenzionale, momento per momento e senza critiche né giudizio”. E in quest’ultima parola (senza critiche, né giudizi) c’è, a mio avviso, la novità rivoluzionaria di questo approccio; basti pensare a quanti giudizi la mente di tutti noi (non solo di noi nutrizionisti) produce riguardo la “giusta o “sbagliata” alimentazione.
Perché si tende a dare per scontato quello che si mangia?
Viviamo in una parte del mondo dove vige l’abbondanza e l’eccesso di cibo ed è facile dare per scontato qualcosa che si ha sempre a disposizione, che è reperibile con sempre meno sforzo e il cui accesso ha un prezzo relativamente accessibile a tutti. Inoltre, il primo modo per relazionarci al mondo quando nasciamo è mangiare, e quest’azione la ripetiamo più volte al giorno, tutti i giorni della vita. Ancora, il cambiamento dello stile di vita degli ultimi decenni ci vede sempre più frenetici, con sempre meno tempo da dedicare alla preparazione del cibo e con sempre più interferenze esterne continue. In questo quadro, sempre più spesso le persone tendono a comprare cibo pronto, senza mettere attenzione agli ingredienti e alla loro provenienza, a consumarlo in maniera frettolosa e possibilmente lavorando, o essendo distratti da un cellulare o da una notizia del telegiornale.
Quali sono i principali benefici di una dieta consapevole sul proprio stato di salute?
Fermo restando che il termine dieta vuol dire stile di vita (e quindi anche modo di alimentarsi), alimentarsi in maniera consapevole vuol dire imparare ad ascoltare il proprio corpo e la sua saggezza interna. Allenando questa capacità mangeremmo quando abbiamo fame e finiremmo di mangiare nel momento in cui siamo sazi, impareremmo a soddisfare un bisogno nutrizionale specifico quando il corpo ce lo chiede, a mangiare in maniera più lenta, non sottoponendo a inutile stress il nostro sistema digerente e arrivando prima e più facilmente ad un senso di sazietà. Tutto ciò è comprensibilmente legato ad un migliore stato di salute.
E sulla psiche?
Il nostro modo di mangiare è molto legato ai nostri stati emotivi. Se non vogliamo arrivare a parlare di conclamati disturbi del comportamento alimentare (che sono delle psicopatologie), basta pensare a quante persone utilizzano il cibo come forma di compensazione. Il cibo diventa una dipendenza, il suo utilizzo può servire ad assopire un’emozione difficile o a gestire uno stato emotivo con il quale si ha difficoltà. Quello che succede è che, una volta utilizzato il cibo in maniera “impropria”, si cade facilmente nel senso di colpa e di impotenza, che fa cadere la persona in un circolo vizioso senza fine, che, nella maggior parte dei casi, peggiora lo stato emotivo.
Il Mindful eating e i suoi protocolli, nati proprio per la cura del binge eating disorder (cioè il disturbo da alimentazione incontrollata) hanno l’obiettivo di “fare pace con il cibo”, cioè di imparare ad ascoltare le richieste emotive alla base dell’episodio di abbuffata e a rispondere ad esse in maniera adeguata. Non esiste una ricetta univoca, perché il bisogno potrà essere diverso a seconda delle situazioni. La ricetta sta nel prendersene cura, ogni volta nella maniera più adeguata.
Può aiutare a dimagrire una dieta consapevole?
Anche se non è il suo obiettivo principale, alimentarsi in maniera consapevole, può certamente aiutare a dimagrire, in quanto insegna ad ascoltare i bisogni fisiologici del corpo e a prendersi cura dei bisogni emotivi senza utilizzare il cibo come compensazione. Evidenze scientifiche dimostrano che questo approccio è altrettanto efficace ai più tradizionali metodi di calo ponderale, ma ha il vantaggio di ridurre lo stress, il senso di frustrazione e l’ansia eventualmente legati al seguire un regime dietetico ipocalorico. Infine, è stato dimostrato come la riduzione di questi ultimi fattori possa far raggiungere l’obiettivo sperato in un tempo lungo, ma in maniera più duratura.
In un regime di dieta consapevole come e in che misura devono essere strutturati i pasti quotidiani?
Imparare a mangiare in maniera consapevole, significa imparare ad ascoltare le esigenze del corpo momento dopo momento. Non ci sono regole prestabilite dettate dall’esterno, tranne quella di avere disciplina nell’ascolto di sé. Questo ci porterà a strutturare i pasti nel migliore modo per noi e per la nostra salute.
Quali sono gli alimenti sui quali bisogna puntare in un regime di alimentazione consapevole?
Nella mia esperienza clinica e di insegnante di Mindful eating le persone “allenate” tendono a preferire cibi poco grassi, che sono più facili da digerire, alimenti più sostenibili per l’ambiente, verdura e frutta di tanti colori diversi, che contribuiscono alla bellezza della tavola e nel contempo sono ricche fonti di diverse vitamine, sali minerali e composti bioattivi, cereali integrali e legumi che apportano un maggiore senso di sazietà e una riduzione dei cibi dolci, con una conseguente stabilizzazione dello zucchero del sangue, percepita come un maggiore stato di benessere.
A chi consiglia la mindful eating o dieta consapevole?
L’alimentazione consapevole può aiutare tutti: dai bambini che mangiano in maniera distratta, veloce e per noia, agli adulti di ogni età, chi deve perdere peso e chi deve acquistarne, chi ha un problema di reflusso gastro-esofageo e chi utilizza il cibo in maniera compensatoria, infine chi vuole vivere in maniera più consapevole, essendo il cibo una frequentazione molto assidua nella nostra vita. Il tema dell’alimentazione consapevole sarà trattato anche al prossimo Congresso Nazionale SINU, a Piacenza dal 4 al 6 giugno 2024.