Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino.
Cinque nomi incisi nella memoria collettiva, cinque agenti barbaramente assassinati dalle Brigate Rosse il 16 marzo 1978, nel corso del vigliacco rapimento di Aldo Moro, ritrovato senza vita il 9 maggio dello stesso anno. E ancora oggi, la ferita di quel tragico evento permane nel tessuto della nostra nazione.
La premier Giorgia Meloni, attraverso i suoi canali social, rende omaggio a questi servitori dello Stato, simboli di sacrificio e coraggio al servizio della democrazia, della Repubblica e delle sue Istituzioni. “A loro e a tutte le vittime di quella drammatica stagione della nostra storia, va il nostro commosso ricordo e la nostra profonda gratitudine”, dichiara la presidente del Consiglio. “A noi tutti spetta il compito di ricordare e onorare il loro sacrificio, affinché quegli anni bui non tornino mai più”.
Era il 16 marzo del 1978 quando un commando delle Brigate Rosse irruppe in via Fani, intorno alle 9 del mattino, sequestrando Aldo Moro e portando a termine l’atroce uccisione di cinque agenti della sua scorta. Fu l’inizio di una delle pagine più oscure della nostra storia, un periodo di 55 giorni che sembravano non avere fine. Il corpo dello statista, infine, fu rinvenuto nel bagagliaio di un’auto in via Caetani. Aveva 61 anni.
Le immagini della Rai documentano la cronaca di quel fatidico giorno, ripercorrendo gli spostamenti e i dettagli dell’attacco delle Brigate Rosse al convoglio di Moro, un evento che ha segnato indelebilmente l’intera nazione italiana.